Alcamo-Immobili nella pedemontana, il Comune sollecita il Cga

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Quarantacinque pratiche edilizie relative ad interventi edificatori nella cosiddetta fascia pedemontana in attesa di rilascio, praticamente bloccate. Una stasi che si riflette negativamente su un settore quello edilizio, che ad Alcamo annaspa tra difficoltà e carenze di aree. Un’importante valvola per l’occupazione e quindi per l’economia. Un importante momento, atteso anche anni, da chi vuole realizzare il sogno di possedere una casa. Ma tutto resta bloccato anche per la lentocrazia della giustizia italiana, in questo caso la Corte di giustizia amministrativa che deve sentenziare se su quella fascia si poteva costruire o no e quindi se si può continuare ad edificare. Tutto parte da un ricorso al Tar che ha dato ragione al Comune, che lo aveva presentato opponendosi alla costruzione di due immobili. Stranamente lo stesso Comune negli ultimi tredici anni, per la stessa zona, ha dato 160 concessioni edilizie, che hanno comportato la realizzazione di immobili oggi tutti abitati. E per l’immediato futuro? Se la situazione non si sblocca al Comune di Alcamo arriveranno decine di richieste di risarcimento di danni milionari da parte di privati. “Di confusione normativa e di corto circuito parla il responsabile dei servizi urbanistica e pianificazione Giuseppe Stabile che in una lettera indirizzata al commissario comunale ha sollecitato “di attivarsi urgentemente presso il Consiglio di giustizia amministrativa al fine di chiedere ufficialmente e con procedura d’urgenza la fissazione dell’udienza allo scopo di evitare ulteriori problemi al Comune e dare quindi una risposta ai cittadini”. Lo stesso dirigente chiede di “concordare e condividere con l’amministrazione e l’avvocatura comunale la possibilità di procedere al rilascio di concessioni nella zona pedemontana relativamente ed esclusivamente a proposte di variante o ultimazione di edifici già regolarmente approvati con concessione edilizie già rilasciate, che non comportino aumenti di volume ne insediamenti di nuovi volumi. In questo modo si darebbero risposte a quei cittadini che oggi hanno l’esigenza di ultimare e definire costruzioni già iniziate”.