Alcamo: immobili abusivi, querelle dirigenti-consiglio

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ALCAMO – Scottano maledettamente quei 57 immobili abusivi su cui la Procura di Trapani ha messo da tempo gli occhi ad Alcamo. Sino ad oggi l’amministrazione comunale ha “nicchiato”, passando la patata bollente ieri sera al consiglio comunale che a sua volta però non sembra convinto di doversi esprimere in merito, cioè su un eventuale acquisizione al patrimonio dell’ente oppure per la demolizione. Come ampiamente prevedibile il civico consesso ha esternato durante la seduta di ieri sera tanti dubbi attorno alle pratiche di queste abitazioni, molte delle quali fra l’altro regolarmente abitate. Si tratta in tutti i casi di immobili certamente abusivi. Soltanto il consigliere comunale Ignazio Caldarella ieri sera è apparso convinto a volere salvare il salvabile. Ha sostenuto che diverse case non ricadono in un vincolo di inedificabilità assoluta per cui possono essere risparmiate dall’abbattimento. Alla fine il consiglio comunale ha deciso di non decidere: ha soltanto approvato un emendamento dello stesso Caldarella, ritenuto ammissibile dall’ufficio tecnico del Comune, in cui si stabilisce che per i fabbricati i cui proprietari hanno presentato istanza di sanatoria, e su cui il Comune non si è mai pronunciato, venga sospeso ogni provvedimento in attesa del pronunciamento dell’ente municipale. La seduta è stata sospesa per un’ora ma alla ripresa dei lavori non si è raggiunto il numero legale. Quindi tutto rimandato a questa sera. L’assemblea dovrà ancora pronunciarsi su altri de emendamenti di Caldarella e poi dovrà votare la delibera. L’impressione è che però molti consiglieri non siano propensi a esitare il provvedimento.

La stessa terza commissione consiliare, che tratta questioni inerenti l’edilizia, si è spaccata attorno a questa vicenda. I burocrati del Comune, però, garantiscono che questa rimane la procedura corretta e che deve essere il consiglio comunale a deliberare.

Una cosa è certa: la procura ha dato come scadenza al Comune il 30 aprile per pronunciarsi. Dopodichè scatterà il commissariamento da parte della Regione e ci potrebbero anche essere conseguenze giudiziarie per gli organi politico-amministrativi in merito ad un eventuale mancato pronunciamento sulla materia.

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