Per il Comune di Alcamo decadono gli effetti del Piano paesaggistico della Regione e quindi tutte le sue limitazioni. Lo ha messo nero su bianco il dirigente della Direzione Urbanistica del municipio, Venerando Russo, che ritiene i provvedimenti emanati con decreto assessoriale nel 2016 e nel 2017 “privi di validità”. Il Comune si fa forte delle sentenze di questi giorni del Tar con le quali viene dichiarato nullo il “Piano” in seguito ai ricorsi presentati dai Comuni di Marsala e Paceco.
“Questo ufficio – scrive Russo – ritiene che l’effetto caducatorio delle sentenze si estenda anche a quei Comuni che sono rimasti estranei ai giudizi nell’ambito dei quali le sentenze sono state emesse, ciò in considerazione del fatto che la inscindibilità del contenuto del Piano è diretta conseguenza del bene oggetto di tutela che va oltre i confini del singolo Comune”.
In buona sostanza secondo l’alto burocrate gli ambiti 2 e 3 del “Piano paesaggistico” riguardano un contesto territoriale che deve essere considerato su scala provinciale, e proprio per questo se i vincoli sono stati dichiarati inefficaci per 2 Comuni che hanno presentato ricorso allo stesso modo si deve pensare che l’effetto sia da estendere a tutto il trapanese, Alcamo compresa. Nella nota, inviata agli assessorati regionale Territorio e Ambiente e Beni culturali, il dirigente dell’Urbanistica cita la legge 241 del 1990 che impone una risposta per la conclusione del procedimento in 90 giorni.
Scaduto questo tempo il Comune riterrà tacitamente non valido il “Piano paesaggistico” con tutti i suoi vincoli urbanistici. Allo stato attuale, con l’ultimo “Piano” varato dalla Regione, sono presenti pesanti vincoli imposti dalle “prescrizioni di tutela” ad Alcamo. Ad essere interessata quella fascia di territorio in cui la Regione ha dettato l’impossibilità a edificare o modificare l’assetto del territorio, vale a dire la zona a Nord dell’autostrada, in via residuale la fascia “pedemontana”, in parte anche la statale 113 che collega Alcamo a Partinico e a macchia di leopardo altre varie zone della città.
Qui oltretutto le concessioni edilizie, anche quelle in itinere, sono di fatto congelate. C’è poi sempre su Alcamo un problema di eccessivo livello di tutela nelle zone ‘C5’. Già il Comune presentò una serie di osservazioni che furono prese in considerazione dalla Sovrintendenza ai Beni culturali ma mai messe nero su bianco dalla Regione. Osservazioni che erano mirate a far rivedere tutti questi vincoli, a partire ad esempio dalla fascia a nord della A-29 mentre quella a sud rimane totalmente scoperta da ogni tutela.