Alcamo: giro di cellulari rubati, 36 denunciati

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Un piccolo grande business è stato scoperto a cavallo il comprensorio alcamese sino a San Vito Lo Capo. Un giro di telefoni cellulari rubati che ha portato all’identificazione e alla denuncia di 36 persone tutte accusate di ricettazione. In pratica avevano rubato o acquistato in nero, non conoscendone la provenienza, alcuni telefoni cellulari e li avevano rimessi in vendita oppure li hanno tenuti per sé. Mossa tutt’altro che intelligente dal momento che oggi, attraverso le celle dei ripetitori o altri identificativi tecnologici, è possibile risalire a chi detiene il cellulare. E’ partita dai carabinieri della Compagnia di Alcamo, con la collaborazione delle Stazioni di Alcamo, Castellammare del Golfo, Buseto Palizzolo, Custonaci e San Vito lo Capo, una vasta attività d’indagine che ha permesso di risalire a tutta una serie di furti di telefonini in un’ampia fetta della provincia trapanese. Una vera e propria attività d’intelligence sviluppata grazie all’acquisizione ed analisi di una elevatissima mole di tabulati di traffico telefonico: da qui è stato possibile risalire e 36 persone tutte denunciate per il reato di ricettazione: secondo l’accusa hanno acquistato o erano in possesso in vario modo dei telefoni che in realtà risultavano essere stati rubati. Infatti grazie al codice Imei (identificativo univoco dell’apparato cellulare) si è potuto risalire a tutti coloro che ne sono entrati in possesso facendone uso con le proprie sim-card. A seguito della denuncia alla Procura della Repubblica di Trapani, sono state effettuate anche delle perquisizioni personali e domiciliari che hanno consentito di recuperare l’intera refurtiva che è stata restituita ai legittimi proprietari. Tra i telefoni recuperati figurano dispositivi di ultimo grido e di grande valore commerciale, quali Iphone, Samsung, Blackberry, per un valore stimato attorno agli 8 mila euro. “Grazie all’applicazione di sempre maggiori e nuove tecnologie in campo investigativo – sostiene il capitano della Compagnia di Alcamo, Savino Capodivento – si ritiene che quello che è stato per anni un fenomeno molto diffuso e incontrastato ora abbia ricevuto una forte battuta di arresto”. Stiamo parlando di un piccolo oggetto che quasi tutti possiedono ma di grande valore da sempre un obbiettivo molto appetibile tra i malintenzionati alla ricerca di facili guadagni. Alla base di questa operazione dei militari dell’Arma c’è non solo come motivazione la repressione di un reato come il furto ma anche il contrasto a quella che si può definire una vera e propria violazione della privacy nei confronti delle vittime che sui propri telefoni conservano sempre più dati sensibili, inerenti la propria sfera personale quali contatti telefonici, e-mail, messaggi, fotografie ed altro ancora.