Otto a zero. Non è il risultato di una partita di calcio ma dovrebbero essere i giorni di attesa nei vari quartieri di Alcamo per vedere scorrere l’acqua dai rubinetti. Ma la partita si gioca oltre i tempi regolamentari perché in tante zone di Alcamo si va quasi sempre ai supplementari con attese che superano anche i dieci giorni. Una situazione drammatica testimoniata dalla folla ammassata dietro i rubinetti del Bottino mentre c’è no stop un gran via vai di autobotti. Il calo delle sorgenti provocato dalla siccità può rappresentare un attenuante, ma mai nella storia dei disagi idrici di Alcamo si era arrivati a tanto. Anni fa i turni si allungavano a dismisura a causa delle frequenti rotture lungo le condutture esterne, funzionava Cannizzaro, tanto che l’allora sindaco Sebastiano Bonventre presentò denuncia ai carabinieri ventilando probabili manomissioni. Ancoranon si conosce l’esito degli accertamenti. Dicevamo dell’attenuante siccità: emergenza nazionale e più grave in Sicilia. Ma in caso di emergenza sarebbe utile, per alleviare i disagi, cercare soluzioni. Perché non riusare i pozzi privati per usi non potabili per come si fece dal 2002 sino al giugno dello scorso anno? Che la materia andasse regolamentata era necessario, ma oggi la grande sete dovrebbe far perseguire tante vie come il recupero dell’acqua, che si perde, degli abbeveratoi Arancio, Costa e San Vituzzo. Invece ad Alcamo si presenta come un palio l’apertura di nuove centraline per riempire di acqua potabile le autobotti. Acqua multi uso: per piscine, pulire, irrigare, spegnere incendi. E altro. L’apertura di nuove centraline, come quella di Gammara aumenterà il prelievo con le autobotti e diminuirà ulteriormente il livello delle vasche del Bottino, con turni di razionamento destinati ad allungarsi a dismisura. Ricordiamo che ogni metro cubo di acqua, anche quella delle sorgenti di Montescuro, impiegata per usi anche non potabili, costa agli alcamesi 0,69 centesimi più Iva a metro cubo. Continuando con i prelievi delle autobotti e aumentando i punti di prelievo l’equazione è semplice: i turni di attesa nelle abitazioni rischiano di essere sempre più lungi. Mentre aumenta la rabbia degli alcamesi, che conoscono i problemi legati alla siccità e altro ma chiedono interventi straordinari che potrebbero passare anche attraverso la riuso dei pozzi privati. Intanto ogni tanto sindacati e organizzazioni di categoria alzano per qualche minuto la voce per poi tornare nell’indifferenza. Perché non formare un comitato di cittadini alcamesi e chiedere un incontro per informare il prefetto del dramma acqua quotidianamente vissuto? Intanto azzeccare il turno di erogazione nei vari quartieri è come vincere al Superenalotto.