Alcamo-Droga ed estorsioni: Salvatore Regina imponeva anche tariffe

0
1074

La marijuana andava venduta a 3 euro al grammo. Guai ad abbassare il prezzo perchè altrimenti sarebbero stati dolori per tutti. Senza guardare in faccia a nessuno, anche se fosse stato un parente. Salvatore Regina (nella foto), 58 anni, pregiudicato alcamese, imponeva anche il tariffario dell’erba e nel farlo discuteva con la moglie, Anna Maria Virgadamo, 54 anni, senza risparmiare critiche ad alcuni parenti. Conversazioni intercettate nell’ambito dell’operazione “Regina di cuori” che ha portato all’alba di ieri all’emissione di 11 misure cautelari e ad altre 5 denunce con accuse a vario titolo di detenzione, trasporto, cessione e coltivazione di sostanze stupefacente, estorsione, ricettazione, tentato incendio, traffico di armi alterate e di fabbricazione straniera, tentato furto in abitazione, favoreggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Salvatore Regina viene fuori come il capo indiscusso di questa “banda criminale”, così come definita dagli inquirenti, il quale poi si avvaleva di parenti e altra manovalanza per mettere a segno estorsioni e danneggiamenti contro chiunque non si piegasse alle loro volontà, anche e soprattutto contro i creditori che non pagavano le partite di droga acquistate. La figura di capo di Regina viene fuori in un ampio stralcio di intercettazioni, una in particolare in cui dialoga con la moglie e accusano un loro cugino, l’omonimo Salvatore Regina di 39 anni: “Cornuto e figlio di puttana – dice il Regina classe ’60 -, l’ha messa a due e cinque…il cornuto e sbirro …”. Il riferimento è al prezzo fissato per la vendita della marijuana al grammo. Viene fuori che una partita consistente di erba sarebbe stata venduta dal 39enne, ben 600 grammi, a 50 centesimi meno rispetto al valore di mercato imposto dal 58enne. Il Regina classe ’60 non perdeva occasione per vantare  il proprio spessore criminale che, nella circostanza, gli avrebbe consentito di recuperare dello stupefacente di pertinenza del giovane cugino e per il quale, senza il suo intervento, non avrebbe recuperato la merce, né ottenuto il relativo pagamento: “…Ma io glielo devo dire … gli dico … la cosa è tornata indietro perché io mi chiamo Salvatore Regina … ma di quello giusto però … perché se fosse stata differente la discussione … che tu la prendevi nel culo e soldi non ce ne sarebbero stati più …”. Che non ci fosse il sereno comunque in casa Regina è confermato dalle diverse intercettazioni tanto che il capo della banda punta il dito su alcuni suoi parenti, accusandoli di aver ordito in passato delle “tragedie” nei suoi confronti. Contrasti che sono sorti anche con la cognata di Salvatore Regina classe ’60 la quale non avrebbe gradito che il giardino della sua abitazione fosse stato spesso usato per nascondere dello stupefacente. Oltretutto il 58enne perdeva le staffe quando i propri collaboratori lamentavano di non riuscire ad incassare i crediti oltretutto facendo espliciti riferimenti per telefono. Evidentemente il “capo” temeva di essere intercettato e per questo non voleva si parlasse chiaramente del traffico di stupefacenti. Per tutti gli indagati gli interrogatori di garanzia in Procura dovrebbero concludersi entro venerdì prossimo, tutti i legali sarebbero comunque intenzionati a chiedere istanza di revoca delle misure cautelari al tribunale del riesame.