Alcamo-Dieta mediterranea, il passato si fa futuro (VIDEO)

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Provate ad immaginare in quante città e non solo italiane di buon mattino nei negozi di frutta e verdura, si trova una grande varietà di ortaggi freschi. Di legumi anche coltivati in loco. Provate ad immaginare in quanti posti si può trovare buon pesce fresco. Tutto naturalmente a chilometro zero. Per posizione geografica e colture quanto suddetto si può trovare ad Alcamo, città della Sicilia occidentale. Se riuniamo questi concetti ne esce fuori uno molto più ampio che si chiama “Dieta mediterranea”. Questo argomento è stato al centro della interessante relazione della dottoressa Lorella Di Giovanni, laurea in agraria, diverse pubblicazioni, collabora anche con varie riviste tra le quali “Cronache del gusto”. Lorella Di Giovanni, allo stato attuale ricopre la carica di assessore al Comune di Alcamo ed è stata ospite della delegazione dell’Accademia italiana della cucina, di Alcamo e Castellammare, della quale fanno parte anche Partinico, Trappeto e Balestrate. L’incontro durante la Festa degli auguri dei membri dell’Accademia, Istituzione riconosciuta dalla Repubblica italiana. Presente, tra gli altri, Nicola Nocilla, coordinatore territoriale dell’Accademia italiana della cucina per la Sicilia Occidentale. Incontro tenutosi al ristorante il “Patio”, che si trova lungo il viale del porto di Castellammare, che durante l’estate brulica di turisti. Dopo il saluto del delegato Liborio Cruciata, Lorella Di Giovanni, attraverso slides ha trattato il tema “Dieta Mediterranea, il ritorno al passato si fa annuncio di futuro”, aprendo la relazione spiegando che con il “termine dieta mediterranea si intende un modello nutrizionale ispirato alla tipica alimentazione della popolazione mezzogiorno d’Italia”. Durante lo scorrere delle slides Lorella Di Giovanni ha spiegato le caratteristiche della dieta mediterranea soffermandosi sulla bontà degli alimenti (frutta, verdura, ortaggi, pane e cereali (soprattutto integrali), patate, fagioli e altri legumi, noci, semi), freschi, al naturale, di stagione, di origine locale. Olio come principale condimento. Sui benefici alla salute apportati dal pesce e sui pericoli delle carni rosse se consumate in grande quantità. Ma la relatrice all’inizio del suo intervento si è soffermata su alcuni punti importanti. Ovvero il pericolo che stiamo vivendo a causa dei danni causati all’ambiente da colture monotematiche e intensive a e in quantità industriale che provocano l’aumento della temperatura globale con danni irreversibile, se non si ferma già da oggi, per la vivibilità del pianeta e per la salute dei suoi abitanti. “La nostra salute dipende – ha sottolineato Lorella Di Giovanni- dalle nostre abitudini alimentari. Cambiare stile di vita sostenendo tutto quanto ruota attorno alla dieta mediterranea, che contribuisce a creare lavoro a migliaia di piccole aziende agricole e ad incrementare il turismo rurale. E poi è assolutamente falso che la cucina mediterranea (50 euro a settimana) e l’uso anche di prodotti biologici hanno un costo superiore a quanto viene propinato nei vari fast food (130 euro a settimana) come emerge da diverse ricerche”. Ma la parola dieta Mediterranea tanto abusata è poco praticata in Italia. Va incrementata con l’uso di prodotti tradizionali, tipici dei territori per migliorare la qualità della vita e di conseguenza della salute. Per creare lavoro in agricoltura al quale oggi guardano tanti giovani e ancora per incentivare il turismo, ma soprattutto per contribuire a salvare il nostro pianeta.