Alcamo, dalla Madrice a San Paolo. Si ferma dopo 415 la processione penitenziale

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La tradizione risale al 1615 e nemmeno calamità naturali, epidemie e guerre ne avevano impedito lo svolgimento. Ad Alcamo ogni terza domenica di quaresima, che cadeva ieri, un rito religioso: la processione penitenziale, che ha sempre coinvolto migliaia di fedeli. La processione consiste nel trasporto dalla statua di Maria Santissima dei Miracoli, patrona di Alcamo, dalla chiesa Madre a quella dei santi Paolo e Bartolomeo, che si trova nel corso VI Aprile ed è una tra le più famose per il suo barocco. La chiesa dei Santi Paolo e Bartolomeo edificata sul luogo del soppresso Ospedale degli Incurabili. Pianta a croce latina a tre navate di cui la centrale arricchita da otto colonne di marmo rosso delle cave del Bonifato. L’interno è abbellito da raffinatissimi stucchi barocchi del celebre maestro Vincenzo Messina e del figlio, tra i più belli della Sicilia. Poco meno di 400 metri separano la chiesa Madre da San Paolo e Bartolomeo, durante i quali i fedeli intonano canti e preghiere. La processione è stata annullata per i coronavirus. Sacerdoti e fedeli hanno pregato nelle loro abitazioni rispettando le direttive della Curia e del Governo per cercare di bloccare questa gravissima pandemia. Processione penitenziale ininterrottamente celebrata da 414 anni con un particolare significato: ovvero rivolgersi alla Patrona di Alcamo e Compatroni per chiedere protezione contro epidemie, malattie e calamità. Alla Patrona Maria Santissima dei Miracoli si sono rivolti ieri da casa gli alcamesi con preghiere indirizzate anche ai compatroni della città di Alcamo che sono Santa Rosalia che, secondo la tradizione religiosa, debellò la peste a Palermo, San Sebastiano contro ogni morbo influenzale a San Castrenze per la difesa contro ogni forma di malattia. E questi santi vengono invocati durante la processione penitenziale e nella settimana caratterizzata dalla celebrazione dei riti religiosi. “La statua della Madonna si ferma nella chiesa di San Paolo e Bartolomeo per una settimana – dice lo storico Roberto Calia- durante la quale si svolgono gli esercizi spirituali. Ma i momenti forti delle preghiere sono quelli per invocare l’aiuto divino ad evitare epidemie e altri generi di calamità. Ricordiamo soprattutto la peste che nel 1575 causò la morte di oltre 4 mila alcamesi su una popolazione che sfiorava gli otto mila. Oggi si prega da casa”. Preghiere quindi a casa e tramite social l’invito è stato rivolto dall’arciprete della chiesa Madre, don Aldo Giordano. Nella chiesa Madre ospita la statua della Madonna dei Miracoli, che esce per la processione penitenziale e il 21 giugno, ultimo giorno del festino dedicato alla Patrona della città. Quest’anno non è stata possibile la processione penitenziale a causa dell’epidemia di coronavirus e i religiosi invitano ancora una volta le persone a restare a casa e seguire le funzioni via internet o la celebrazione delle messe in Tv. E in tempi che si è costretti a stare a casa in molte famiglie è ripresa un’antica abitudine: quella di sedersi a cerchio in una stanza per recitare il santo rosario. La tradizione della processione penitenziale sarà ripresa il prossimo anno