Alcamo-Consiglio comunale. I buoni, i brutti, i cattivi

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Si inizia venerdì pomeriggio. All’ordine del giorno del consiglio comunale l’argomento principale è l’ approvazione del Piano triennale delle opere pubbliche. Ovvero il libro dei sogni dove da oltre venti anni figurano quasi sempre gli stessi argomenti per progetti milionari, ma non ci sono i fondi. Alla fine per come è accaduto quasi sempre si voteranno lavori pubblici per poche migliaia di euro. Ma col Piano triennale si apre la fase che porterà all’approvazione del bilancio di previsione 2015, strumento finanziario che è stato consegnato al collegio dei revisori dei conti che lo sta esaminando. Poi passerà al vaglio della Seconda commissione consiliare, il cui parere è obbligatorio ma non vincolante. Un tempo avveniva anche il confronto con i sindacati. Il bilancio complessivo del comune di Alcamo per il 2015 ammonta a 41 milioni di cui 38 per la spesa corrente: ovvero acquisto di beni, servizi, costo del personale etc.. Tre milioni e 150 mila euro le spese previste in conto capitale ovvero per vari investimenti e lavori pubblici. Il bilancio è lo strumento essenziale per sbloccare l’appalto di due milioni e mezzo per rifare la rete idrica esterna, per riavviare i servizi sociali di vario genere, manutenzioni varie, illuminazione etc. La situazione si è sbloccata grazie “a scelte definite dolorose” che hanno evitato comunque gravissime conseguenze ovvero il dissesto finanzio del Comune. Ciò è stato possibile con l’approvazione di alcune nuove tariffe, un piccolo sacrificio, sulle quali si è scatenata la polemica mettendo mediaticamente alla gogna coloro i quali, ovvero i cattivi che hanno votato a favore scongiurando il default del Comune, Poi ci sono i brutti: cioè coloro i quali erano assenti o si sono astenuti e infine ci sono i buoni. Questi ultimi quando si parla di numeri dovrebbero confutare le tesi con altri numeri e non con estemporanee dichiarazioni tanto per fare effetto sulle persone e alimentare quel clima di odio che pervade la città da tre anni. Invece di pontificare sul nulla dovrebbero dire agli alcamesi il perché della ricerca spasmodica di un milione e 450 mila euro. Ebbene circa il 70 per cento di tale somma servirà per pagare l’acqua che proviene dalle sorgenti di Montescuro. Perché questi esternatori e critici su tutto non si vanno ad informare, come di solito fa Ignazio Caldarella, del motivo del nuovo spegnimento delle pompe di Cannizzaro, che comporta acquisto di acqua da Siciliacque a carissimo prezzo che bisognerà pagare? Quanto costerà l’acqua agli alcamesi con le prossime bollette? L’importante è per molti consiglieri fare dichiarazioni. Comparire sui mass media esperti nel copia e incolla storpiando così la verità dei fatti. Invadere il web di commenti come succede nei Bar dello Sport dove si parla di tutto sapendo quasi niente. Speriamo, come dice qualcuno, che gli alcamesi se ne ricordino al momento del voto ma solo per farli quasi restare tutti a casa.