Alcamo: Comune-vigili urbani, è braccio di ferro

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Sarà braccio di ferro tra l’amministrazione comunale e i suoi vigili urbani. La giunta guidata dal sindaco Sebastiano ha infatti deciso di opporsi alla citazione in giudizio di 18 caschi bianchi per il pagamento degli straordinari in ritardo, situazione che avrebbe creato loro problemi di natura fiscale. E ora l’amministrazione comunale si trova di fronte ad una situazione abbastanza imbarazzante: in pratica avvia un’azione legale contro i suoi stessi lavoratori. L’amministrazione comunale ha deliberato di resistere in giudizio dando mandato di difesa al suo segretario generale Cristoforo Ricupati e alla propria dipendente Silvana Calvaruso, abilitata all’esercizio della professione di legale. Gli agenti di polizia municipale hanno citato in giudizio dinanzi il tribunale di Trapani l’ente municipale: chiedono un risarcimento di ben 25 mila euro. Il braccio di ferro che si è innescato riguarda il periodo compreso tra il 2004 e il 2007. Secondo i vigili, difesi tutti dall’avvocato Giovanni Ruisi, sarebbero stati danneggiati da alcune inadempienze poste in essere dal Comune nel liquidare i compensi relativi a straordinari per turni diurni e notturni feriali e festivi e altre indennità accessorie per lavoro al di fuori del proprio regime ordinario contrattuale. In particolare, secondo i dipendenti della polizia municipale, sono stati costretti a versare dal 2003 al 2007 maggiori imposte rispetto a quelle che erano effettivamente dovute. In base ad una consulenza tecnica di una esperta commercialista il Comune di Alcamo, nella qualità di sostituito d’imposta, non ha applicato la tassazione separata sugli emolumenti accessori percepiti in ritardo. Quindi i vigili hanno versato maggiori importi calcolati nei prospetti di riliquidazione dell’Irpef. Da qui è partita dagli agenti la richiesta al Comune di “risarcimento danni patrimoniali subiti” in conseguenza del presunto errore di far rientrare queste somme all’interno della tassazione ordinaria. E’ seguito però il silenzio da parte del governo cittadino rispetto a tale problematica che si è praticamente trascinata sino ad oggi. La tassazione separata consiste nel calcolare l’imposta in misura diversa dagli altri redditi. In pratica il principio è che queste somme liquidate, pur assumendo rilevanza fiscale al momento in cui sono percepiti, si formano nel corso di uno o più periodi di imposta precedenti. “La loro imputazione e tassazione – sostiene l’avvocato Ruisi – in un solo periodo di imposta comporterebbe per il contribuente, a causa della progressività delle aliquote Irpef, un carico fiscale molto elevato ed illegittimo”. “Il ricorso è infondato” sostengono il sindaco Sebastiano Bonventre e gli assessori che hanno deciso di deliberare di resistere in giudizio.