Alcamo: Comune, arrivano i soldi

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Il Comune di Alcamo, tutto d’un colpo, si è ritrovato pieno di soldi. Un saldo attivo di 10 milioni di euro, il rientro da tutti i tagli ai trasferimenti subiti negli anni passati e soprattutto viene spazzato via l’incubo del dissesto finanziario. Merito della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha deciso che la Corte dei Conti non può dichiarare il default di un’amministrazione comunale o promuovere sanzioni per il mancato rispetto del Patto di stabilità. I giudici della Consulta hanno messo in un cassetto il decreto legislativo 149 del 2011. Alcamo si trovava in una situazione di attesa per i provvedimenti della Corte dei Conti: più volte si è vociferato il possibile crack finanziario, mai comunque concretizzatosi, e costretta a pagare una sanzione di un milione e 200 mila euro appunto per lo sforamento del Patto. A questo punto la giunta guidata dal sindaco Sebastiano Bonventre non dovrà aver paura della Corte dei Conti che in materia di dissesto, in Sicilia, è stata “spogliata” dei poteri di avanzare richiesta di dissesto dell’amministrazione. Da considerare che il Comune da tempo soffre di problemi economico finanziari. L’ultimo resoconto lo ha fatto il Direttore Generale dell’ente, Sebastiano Luppino, il quale ha precisato che dal punto di vista tecnico il Comune non ha alcun “buco di bilancio” bensì si è in presenza di uno squilibrio dovuto alle decurtazioni che lo Stato ha imposto nei trasferimenti di denaro ai Comuni. I primi problemi sono iniziati due anni fa, con il decreto 78/2010 del governo Berlusconi e si sono amplificati con il decreto Salva Italia del governo Monti. Le casse comunali alcamesi attualmente si trovano con uno squilibrio di bilancio pari 6 milioni e 750 mila euro: 1 milione e 200 mila euro è la sanzione per aver sforato il patto di stabilità, 3 milioni di euro sono le mancate entrate dal parte della Regione Sicilia e dal Governo centrale e 2 milioni e 500 mila euro sono i debiti effettivi. Secondo i calcoli degli uffici se tutto fosse andato in base alle previsioni, quindi con i consolidati trasferimenti degli anni precedenti, non ci sarebbe stata nessuna sanzione e il bilancio si sarebbe riequilibrato. Oltretutto con i nuovi tagli e con la previsione di entrate ancore più basse, l’amministrazione comunale si è ritrovata con le mani legate. Non si sono potuti fare aumenti dell’Irpef e della Tarsu poiché già l’ente aveva previsto la copertura quasi totale dei costi del servizio. Ora però le carte in tavola sono cambiate e le regole sovvertite: si aprono altri scenari.