Rischia una condanna a 10 anni il commissario straordinario del Comune di Alcamo Giovanni Arnone. Ieri la Procura ha formulato la richiesta nell’ambito del processo per l’alluvione del primo ottobre 2009 che distrusse Giampilieri e Scaletta Zanclea, località in provincia di Messina, provocando 37 morti e numerosi feriti. Arnone è finito sotto processo insieme ad altre 14 persone tutte accusate a vario titolo di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose. Il processo è arrivato alle battute finali, ieri i pubblici ministeri Antonio Carchietti e Antonella Fradà hanno avanzato richieste di condanna per ex dirigenti della protezione civile, ex amministratori locali e tecnici. Arnone è finito sotto processo in quanto all’epoca dirigente dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente, oggi invece ricopre la carica di super burocrate delle Infrastrutture. Nello specifico lui deve rispondere delle accuse di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Alla base delle accuse della Procura, fondate su di una corposa consulenza tecnica, ci furono delle responsabilità per i mancati interventi di messa in sicurezza del territorio dopo l’alluvione dell’ottobre 2007 che doveva mettere in preallarme visto che si sarebbe trattato di una tragedia solo annunciata. Per Arnone quella di Giampilieri non è stata l’unica grana giudiziaria: è infatti figurato tra i dirigenti regionali per i quali il pm della Procura di Palermo Gaetano Paci chiede il rinvio a giudizio per abuso di ufficio. L’indagine riguardò il caso Gioacchino Genchi, il dirigente della Regione che sette anni fa fu cacciato dall’assessorato all’Ambiente dopo un giudizio di valutazione espresso da una commissione che a suo dire lo avrebbe silurato senza contraddittorio. Arnone fece proprio parte di quella commissione che decise di licenziare in tronco Gioacchino Genchi dall’assessorato dopo un giudizio di valutazione espresso negativamente. Più recentemente invece, da componente del nucleo di valutazione, lo stesso alto burocrate è stato rinviato a giudizio perché non avrebbe permesso sempre a Genchi di controdedurre sulla mancata assegnazione, nel 2006, dell’indennità di risultato, una sorta di premio di produzione assegnato ai dirigenti che superano la soglia di 70 punti nella valutazione di una speciale commissione. Genchi ha sempre sostenuto di essere stato perseguitato perché ritenuto scomodo avendo assunto posizioni nette contro alcuni provvedimenti, come per esempio i termovalorizzatori. Il processo sull’alluvione del messinese è stato rinviato, nella prossima udienza cominceranno gli interventi degli avvocati.