Alcamo-Codice comportamento al Comune, primi effetti per i precari

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Ha un immediato effetto il codice di comportamento appena approvato al Comune di Alcamo dalla giunta guidata dal sindaco Domenico Surdi. Una lavoratrice Asu è stata costretta a rinunciare ad un incarico legale che gli era stato conferito da un collega del Comune per procedere contro il municipio per una sua controversia. La precaria, che professa questo lavoro negli orari extra al proprio impiego all’ente locale, ha di fatto rinunciato a questo incarico con una nota inviata alla segreteria generale sostenendo che avrebbe commesso un “errore” nell’accettare tale pratica legale. Al di là della singolare giustificazione di fatto si è aperta una nuova era al Comune alcamese: i precari, compresa la categoria Asu presente massicciamente nella pianta organica comunale dal momento che se ne contano ben 194 unità, da ora avranno delle regole a cui attenersi e anche delle sanzioni a cui vanno incontro e questo grazie al codice di comportamento. In realtà le regole ci sono sempre state ma di fatto nessun precario era punibile per il semplice motivo che mai il Comune aveva introdotto delle sanzioni disciplinari. Da ora esistono anche questi paletti. Ora la segreteria generale dovrà valutare la posizione della propria Asu rispetto a questo incarico intrapreso e subito dopo abbandonato: il rischio è quello che a lavoratrice vada incontro proprio ad una sanzione disciplinare. Nel codice di comportamento sono contemplate proprio casistiche simili, vale a dire di dipendenti o precari che assumono degli incarichi extra in evidente conflitto di interessi con il proprio ruolo all’interno della pubblica amministrazione alcamese. Un testo molto rigido che fissa anche paletti riguardo alle pause caffè o all’utilizzo per fini privati dei propri telefoni cellulari. Il codice prevede anche certi comportamenti rigorosi per i lavoratori: ad esempio ogni dipendente è tenuto a segnalare comportamenti illeciti o inopportuni, rischi, reati ed irregolarità ai danni dell’interesse pubblico di cui venga a conoscenza per ragioni di servizio. Tra gli altri obblighi quello di garantire la riservatezza dei dati personali e sensibili contenuti nei procedimenti e nell’istruttoria e nella definizione delle istanze si è tenuti a rispettare l’ordine cronologico di presentazione al protocollo generale, fatti salvi i casi di urgenza che debbono essere espressamente dichiarati nel provvedimento finale dal responsabile del procedimento e verificati e condivisi dal dirigente. Inoltre tutto il personale dovrà essere facilmente riconosciuto con nome e cognome e quindi dovrà portare in vista il proprio cartellino identificativo. Massimo rigore anche nella tracciabilità dei movimenti dei lavoratori per evitare qualche furberia: per cui se autorizzati ad andare da un ufficio ad un altro per delle comunicazioni il dirigente dovrà attivare un adeguato sistema di rilevazione e conservazione dei dati identificativi di coloro che accedono ai pubblici uffici, dei motivi dell’accesso e del funzionario con cui si rapportano, ad eccezione degli uffici a sportello. C’è anche un’ampia sezione dedicata all’utilizzo dei cosiddetti social network per cui ci sono anche qui delle restrizioni. I dipendenti comunali  alcamesi non può proferire parola dei procedimenti in atto che sta seguendo né esprimere giudizi nei confronti dei colleghi e dei dirigenti in relazione all’attività lavorativa, fatta salva la libertà di espressione ed il diritto di critica.