Alcamo, chiesa di San Pietro. Salta la concessione al FAI nonostante la volontà dell’IPAB

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La concessione della chiesa di San Pietro Apostolo, una delle più antiche della città di Alcamo, al gruppo locale del FAI, il Fondo Ambiente Italiano, presieduto dall’architetto Bino Ferrara, non potrà realizzarsi. Il commissario delle IPAB Riunite Pastore e San Pietro, Vito Giuliana, aveva avviato contatti con la sede centrale del FAI e tutto sembrava oramai stabilito. Non si era però fatto il conto con una norma: l’immobile appartiene ad ente pubblico e  quindi non può essere concesso in comodato gratuito. Necessita invece un bando per l’assegnazione ma in via onerosa, quindi con il pagamento di un canone. Fra l’altro la Regione ha inserito la chiesa di San Pietro fra i beni da alienare e quindi messi in vendita. Elevata però la cifra stabilita, 1.200.000 euro, che molto verosimilmente non troverà riscontro positivo.

Il commissario Vito Giuliana e il presidente del FAI di Alcamo, Bino Ferrara, andranno comunque avanti nel tentativo di trovare un’intesa che consenta almeno all’associazione di potere utilizzare la chiesa per mostre ed eventi e, al contempo, di effettuare manutenzione ordinaria e pulizia. L’IPAB San Pietro – Pastore è proprietaria dell’ex orfanotrofio di via Barone di San Giuseppe al cui fianco, all’angolo con la via Porta Stella, si erge la chiesa completata nel 1649. L’edificio di culto venne poi allargato nel 1742 su progetto dell’architetto Giovanni Biagio Amico e con un’elegante serie di stucchi. Durante il terremoto del 1968 crollò il tetto che poi venne rifatto una ventina di anni dopo grazie al finanziamento di 300 milioni delle vecchie lire e all’appalto assegnato dal Genio civile. Alcuni anni fa l’incendio di un’autovettura parcheggiata nei pressi della chiesa ne carbonizzò il portone. Dopo diverso tempo l’assicurazione liquidò 6.000 euro per il ristoro dei danni ma il portale bruciato è ancora lì.