Sparo di mortaretti in piazza IV Novembre, martedì prossimo 21 giugno, all’uscita del simulacro della Madonna dalla chiesa Madre. Stessa cosa al rientro della processione per le principali strade di Alcamo. Lunedì 20 la “calata” delle autorità al Santuario di Maria Santissima dei Miracoli, patrona della città. Due giornate, lunedì e martedì prossimi con l’invasione di bancarelle (130), ormai anacronistiche, in piazza della Repubblica con problemi di natura igienico-sanitaria e gravi disagi per il traffico. Stesse giornate per le giostre nello spiazzale antistante il Palazzo di vetro. E poi alcuni saggi di danza di associazioni alcamesi in piazza Ciullo senza costi per il Comune le cui casse sono vuote. Nei tre giorni del festino dalle 17,30 in poi si svolgerà anche presso il Caffè Nannini, su iniziativa del titolare Enzo Raspanti, la mostra fotografica dal titolo “Compagni di scuola alcamesi”. Chi vuole collaborare con le proprie foto per arricchire la mostra può inviare le foto alla pagina facebook di Nannini Alcamo oppure portarle direttamente al locale, che si trova all’interno della villa di piazza Bagolino. Niente luminarie e niente giochi di artificio. La 473esima edizione della Festa della Madonna è destinata a passare alla storia come la più carente di contenuti pubblici, ma non di riti religiosi. Ricordiamo che la Festa è prettamente religiosa. Festa low cost dunque ad Alcamo, come quella dello scorso anno. Delusione tra gli alcamesi che al festino sono legati. Ma vediamo cosa rappresenta la Festa in onore della Santa Patrona e cosa ha rappresentato ad Alcamo in anni meno bui dal punto di vista politico-amministrativo. Cerimonie religiose, tradizione, folklore, costumi e leggenda si mescolano nei festeggiamenti in onore di Maria Santissima dei Miracoli, patrona della città di Alcamo, che si celebrano ogni anno dal 19 al 21 giugno. Quella del 2016 è la 473esima edizione. La leggenda vuole che il 21 giugno del 1547 alcune donne mentre erano intente a lavare i loro panni presso il ruscello vicino alla “Cuba”, come veniva chiamato l’arco di un mulino demolito, dal boschetto sovrastante videro scagliare delle pietre. Pensando ad un gruppo di giovinastri o a dei ladruncoli cominciarono a gridare. Cessata la prima scarica e incominciatane un’altra le donne si accorsero che le pietre oltre a non provocare dolore alle parti colpite, ridavano la salute ad alcune di esse che erano inferme. Fatta una ricerca nel boschetto venne rinvenuta, nascosta in una buca a forma di cappelletta, l’icona della Madonna. Un nobile condottiero spagnolo don Ferdinando del Celada y De Vega, governatore di Alcamo, fece erigere l’attuale chiesa dedicata alla Patrona della città, nota sotto il nome di santuario. Nei tre giorni, dal 19 al 21 giugno anniversario della Bedda Matri di li Miraculi, si svolge il festino che col passare del tempo ha subito notevoli trasformazioni. All’origine era caratterizzato da tre manifestazioni: le corse dei cavalli senza fantini lungo il Corso, il carro trionfale e la processione. Poi le corse sono state abolite e si è dato vita a varie iniziative e manifestazioni, poverissime per quest’anno. Ad Alcamo, per fortuna, le parrocchie, ormai da diversi anni, riescono ad organizzare, coinvolgendo i fedeli, programmi molto densi. Succede nelle parrocchie Cappuccini, Sacro Cuore, Gesù Cristo Redentore, san Francesco di Paola, San Giuseppe e Maria Ausiliatrice. Parrocchie che riescono a mantenere vive tradizioni e il culto di vari santi in una città molto religiosa. Tradizioni che speriamo il nuovo sindaco e consiglio comunale rilancino puntando su qualche aperitivo alcolico in meno, già c’è grande allarme per i giovani che bevono moltissimo, e su iniziative culturali, religiose, sportive e folcloristiche in più.