Alcamo: caso Seris, ex sindaco in silenzio

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Bocca cucita dall’ex sindaco di Alcamo Giacomo Scala, investito da un altro presunto scandalo all’epoca in cui rivestita il ruolo di primo cittadino. All’indomani della notizia trapelata sull’indagine scattata nei suoi confronti per peculato e abuso d’ufficio, Scala, oggi presidente regionale dell’Anci Sicilia, si rende praticamente irreperibile. Il telefono squilla a vuoto, evidentemente preferisce non commentare questo altro fatto giudiziario che si è abbattuto sulla sua testa come una bufera. L’indagine è portata avanti dalla procura di Trapani  che ieri ha provveduto a notificare all’ex sindaco un avviso di garanzia. L’inchiesta, condotta dalla guardia di finanza e dalla polizia, riguarda un appalto per l’affidamento del servizio di rimozione e custodia auto, nel periodo 2009-2011, quando Scala era sindaco di Alcamo. Nell’ambito della stessa attività, la Procura ha notificato altri 4 informazioni di garanzia, tra titolari della società appaltante e un dirigente comunale, l’architetto Gaspare Fundarò. In pratica si è allargata a macchia d’olio l’inchiesta che porta la firma del sostituto procuratore Rossana Penna sul servizio di rimozione ad Alcamo. Nello scorso mese di febbraio la Polizia e la Guardia di Finanza hanno effettuato un bliz durato 5 ore presso gli uffici comunali, sequestrando diversi incartamenti. A seguito delle prime indagini è stato notificato, all’ex Sindaco di Alcamo Giacomo Scala, un avviso di garanzia per peculato continuato aggravato, il secondo in pochi mesi dopo quello per abuso d’ufficio e falso per la nomina  di alcuni esperti sempre quando era primo cittadino. L’inchiesta si basa sul rinnovo, ritenuto illegittimo dalla procura, dell’appalto nei confronti della società Pegaso, poi divenuta Centro Servizi Pegaso e infine Seris, nonostante il mancato pagamento alle casse comunali di circa 35 mila euro, somme dovute, per il ribasso del 38,18 per cento con il quale la società si era aggiudicata l’appalto per la rimozione dei veicoli ad Alcamo. L’assessore comunale attualmente in carica, Massimo Fundarò, chiamato in causa dal consiglio comunale che ha chiesto in merito delle delucidazioni, aveva annunciato già a dicembre scorso che la convenzione sarebbe stata revocata. Cosa che effettivamente è avvenuta. Ma per il Comune è sorto un contenzioso: la Seris infatti ha inoltrato ricorso contro la revoca dell’appalto, sostenendo di avere tutte le carte in regola per continuare a gestire il servizio. La magistratura sta cercando anzitutto di chiarire se effettivamente il passaggio in convenzione sia avvenuto legalmente. Il caso venne sollevato dai consiglieri comunali di opposizione del movimento Abc.