Alcamo, caso pedemontana: al processo ex assessore e dirigente Comune, tutti assolti

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“Il fatto non sussiste”: tutti assolti in primo grado i sei imputati per le presunte lottizzazioni abusive sulla fascia pedemontana di Alcamo. A pronunciare la sentenza il giudice Franco Messina che si è riservato 90 giorni per il deposito delle motivazioni. Ad uscire indenni dal processo l’ex dirigente del Settore Urbanistica del Comune, Gianbattista Impellizzeri, il suo vice dell’epoca, l’architetto Gaspare Fundarò, un altro architetto Gabriella Longo per conto di un privato, il proprietario di un terreno Mario Galbo, l’imprenditore Giuseppe Messana e l’ex consigliere e assessore comunale, nonché progettista in questo caso, Alessandro Calvaruso (nella foto). Tutti erano stati iscritti nel registro degli indagati “per avere realizzato, in concorso fra loro, lavori di costruzione in contrasto con le prescrizioni tecniche degli strumenti urbanistici”. Il Comune si era costituito parte civile. Ovviamente la Procura si è riservata di presentare appello. Calvaruso si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Noi andremo avanti forti di questa sentenza – afferma – per fare uscire tutta la verità su questo processo. Ci sono state dichiarazioni di testimoni contro di noi che non si sa nemmeno a che titolo si siano presentati alle varie udienze. Da questa vicenda verranno ancora fuori risvolti clamorosi, lo posso assicurare”. Il processo partì dalla dirigente del Comune di Alcamo Anna Parrino che revocò in questa fascia di territorio due concessioni edilizie rilasciate e segnalò tutto alla Procura di Trapani. Il caso della pedemontana è esploso in tutto il suo clamore nel 2014: ad accendere i riflettori furono i pubblici ministeri Rossana Penna e Franco Belvisi i quali cominciarono a effettuare una serie di verifiche constatando, a loro dire, che ci sarebbero state delle lottizzazioni che in realtà non si sarebbero potute realizzare. Vicenda che venne alla luce a seguito della morte di un operaio edile proprio in questa zona nel 2012: morì mentre stava lavorando in un cantiere in una traversa del prolungamento di Via Kennedy travolto da un metro cubo e mezza di terra. Per questo episodio è stato aperto un altro processo. Secondo gli accertamenti della Procura alcune lottizzazioni vennero realizzate in zona ricadente nel Piano di utilizzazione dell’area di protezione della Riserva naturale orientata Bosco d’Alcamo in assenza dell’autorizzazione della Soprintendenza di Trapani. Tesi questa che evidentemente non ha retto al processo di primo grado da cui è scaturita per l’appunto l’assoluzione per tutti gli imputati.