Alcamo-Caso Freedom Flotilla, la verità di Tamagnini

0
645

ALCAMO – Appena tornato dall’ennesima iniziativa pacifista sulla pericolosissima striscia di Gaza, l’alcamese d’adozione Claudio Tamagnini dimostra di non avere perso un solo filo del suo smalto di combattente non violento. Neanche quest’ultima avventura ad altissima tensione che lo ha visto partecipare alla terza edizione della Freedom Flotilla sembra averlo davvero scalfito nell’animo e nel fisico. Questa mattina nell’aula consiliare del Comune ha voluto raccontare quanto gli è accaduto anche per denunciare quello che lui stesso definisce un atto di pirateria del governo israeliano, nella speranza che la sua testimonianza possa essere ascoltata dalle istituzioni a tutti i livelli. Tamagnini era a bordo di una delle quattro imbarcazioni, la nave “Marianne” e con tre barche a vela al seguito, che in acque internazionali erano impegnate nella spedizione che ha avuto come missione quella di interrompere il blocco israeliano al porto di Gaza, ridotta alla fame per la mancanza di cibo, energia e servizi essenziali. Il sessantenne alcamese ha assistito a quanto successo, quando la più grande delle imbarcazioni, per l’appunto il peschereccio svedese Marianne, è stato abbordato dall’esercito israeliano e condotto nel porto di Ashdod. Le uniche notizie ufficiali sono arrivate da fonti israeliane che hanno parlato di azione senza uso della forza. Tamagnini invece ha raccontato ben altra versione.

Tamagnini ha mandato un messaggio audio alla moglie nei minuti successivi all’abbordaggio israeliano. Avrebbe descritto quanto successo con poche parole. A bordo della Marianne, tra gli altri c’erano l’ex primo ministro tunisino Moncef Marzouki, un parlamentare israeliano, Basel Ghattas, e un’europarlamentare spagnola, Ana Miranda, oltre a giornalisti della tv araba Al Jazeera, della neozelandese MaoriTv, e diversi freelance. Ma le loro comunicazioni sono state bloccate dal governo israeliano come raccontato dai testimoni. La “Marianne” trasportava trasporta pannelli solari e materiale sanitario destinato alla popolazione stremata dai bombardamenti dell’anno scorso, e forse proprio per questo bloccata dal governo israeliano che solo dopo l’intervento della Corte Suprema ha provveduto al dissequestro dell’imbarcazione. La presenza di Tamagnini è collegata anche al recente gemellaggio fra la città di Alcamo e la città di Khan Yunis che trova il suo fondamento nel Mediterraneo, mare di pace e ponte fra società e culture, capace di tessere rapporti di interscambio fra le due comunità e contribuire al processo di ricostruzione della città di rifugiati che si trova proprio sulla striscia di Gaza. L’attivista alcamese preannuncia che parteciperà ad altre spedizioni: