Alcamo, caso contenziosi Comune-precari: stabilizzazioni anche per disinnescare le cause

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La stabilizzazione per tentare di fermare l’emorragia delle potenziali cause con i precari. Dal Comune di Alcamo si spera di poter in questo modo evitare di cadere sotto i colpi del tribunale del lavoro di Trapani che ha già condannato il Comune in quattro casi a riconoscere un’indennità pari a circa 15 mila euro a ciascun precario a cui è stato prorogato il contratto negli anni passati e non stabilizzato come impone la norma in materia dopo i 36 mesi. Sullo sfondo anche l’ipotesi di istituire in seno al consiglio comunale una commissione speciale come proposto dai consiglieri Gino Pitò, Caterina Camarda e Mauro Ruisi. Questo organismo avrebbe il compito di passare ai raggi X ogni singolo precario del Comune in modo da capire gli effettivi fabbisogni del municipio e avrebbe 90 giorni di tempo per chiudere questo studio: “Riteniamo necessario approfondire il fenomeno – sostengono Camarda, Pitò e Ruisi – al fine di poter validamente intervenire in sede di discussione e approvazione del Dup 2019/2021 e del relativo bilancio di previsione, in quanto il piano del fabbisogno di personale è parte integrante del Dup”. In buona sostanza questo studio influenzerebbe il numero dei precari da stabilizzare che è stato stabilito in circa 300 unità dalla giunta tra quest’anno, il prossimo e il 2020. “Ci sono altre 8 cause pendenti – evidenzia Pitò – il cui esito è stato congelato dal giudice. Avere un piano di stabilizzazione significherebbe influire possibilmente sull’esito del contenzioso e annullarlo di fatto, dal momento che il municipio dimostrerebbe l’intenzione di stabilizzare il personale precario. Verrebbe disinnescata una vera a proprio bomba ad orologeria”. Della questione se n’è parlato nell’ultimo consiglio comunale chiamato a riconoscere un debito fuori bilancio di 15 mila euro proprio per una causa del genere persa con un precario in servizio all’ente. Nella sua relazione il segretario generale del Comune, Vito Bonanno, ha evidenziato che sarebbero potenzialmente 400 i precari in servizio ad Alcamo che potrebbero attivare questo contenzioso e se così fosse il crack sarebbe certo perché l’esborso salirebbe a circa 6 milioni di euro. Alcamo continua quindi ad essere letteralmente un Comune “mangiato” dalle spese correnti. Tra funzionamento degli uffici (quindi spese di elettricità, gas, cancelleria e quant’altro necessario) e soprattutto stipendi dell’esercito di circa 750 tra dipendenti e precari il Comune ogni anno ha una spesa consolidata che si aggira attorno ai 40 milioni di euro. Altro che spending review al Comune: quando si tratta di stipendi e uffici al municipio non si riesce davvero a risparmiare nulla e la spesa è sempre quella. Al momento la pianta organica dell’ente è composta da 181 dipendenti a tempo indeterminato, di cui 25 hanno solo a 20 ore settimanali a fronte delle normali 36, altri 393 precari con contratti a tempo determinato e parziale e altri 172 lavoratori socialmente utili. Intanto sulla base dell’ultima ricognizione del personale al momento sarebbero all’incirca 300 i lavoratori che si riuscirebbero a stabilizzare: “Attendiamo l’avvio dell’iter amministrativo e confidiamo che la questione sia presentata con la massima serenità per evitare che la procedura, in stand-by da un anno, possa subire rallentamenti – sostiene Marco Corrao, segretario generale aggiunto della Cisl Fp Palermo Trapani -. L’obiettivo è quello di tutelare i lavoratori comunali che svolgono funzioni essenziali nell’erogazione dei servizi ai cittadini. Siamo certi che il sindaco e i vertici dell’amministrazione comunale condividano la nostra impostazione a difesa del personale che garantisce lo svolgimento di funzioni indispensabili per la collettività”.