Alcamo-Bancarotta fraudolenta: assolto imprenditore

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Per molti anni è stata una delle aziende più note e floride in Sicilia nel commercio di autoveicoli industriali. Ma sei anni fa a causa della crisi fu lo stesso titolare, l’imprenditore Baldassare (Sasà) Lucchese a mettere in liquidazione la Cai la cui sede era sulla statale 113, in direzione di contrada Gammmara. Da quella data iniziarono le vicende giudiziarie di Baldassare Lucchese che da sarto si trasformò in imprenditore di successo. La messa in liquidazione e la successiva denuncia di un avvocato che vantava crediti nei confronti di Lucchese fece scattare un’indagine della Guardia di finanza, che a conclusione degli accertamenti, lo denunciò per bancarotta fraudolenta. Quindi il rinvio a giudizio ed il processo davanti ai giudici del tribunale di Trapani. Nel 2012 fu condannato a due anni e 4 mesi a seguito della sentenza scaturita dalle indagini sul fallimento. Baldassare Lucchese, molto noto ad Alcamo, che ha sempre professato la sua innocenza essendo stato lo stesso a portare in tribunale tutti gli atti per la liquidazione della Cai, decise di presentare appello.  Ieri si è concluso davanti ai giudici della Corte d’appello il processo a suo carico. L’imprenditore, oggi in pensione, è stato difeso dagli avvocati Sebastiano Dara e Maria Mollica. I due avvocati hanno prodotto un’ ampio carteggio contro la sentenza di primo grado che aveva  previsto anche la inabilitazione al commercio per Lucchese. Hanno dimostrato che il loro assistito non aveva distratto alcun bene e pertanto avevano sollecitato l’assoluzione. I giudici della Corte d’appello, usciti dalla Camera di consiglio, hanno assolto ieri Sasà Lucchese dall’accusa di bancarotta “perché il fatto non sussiste”. Soddisfazione hanno espresso i due difensori Dara e Mollica.