Alcamo-Aumento tasse, tutto fermo e il commissario “minaccia” il consiglio

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Il consiglio comunale di Alcamo torna a riunirsi dopo la pausa estiva: per il prossimo 10 settembre all’ordine del giorno le tariffe inerenti la Tari, la tassa sui rifiuti solidi urbani. A sentire il commissario del Comune, Giovanni Arnone, non dovrebbero esserci particolari scogli come nel passato affinchè queste tariffe trovino l’approvazione del civico consesso: “Non ci sono significativi scostamenti rispetto alle tariffe dello scorso anno – afferma Arnone – considerando che oramai i costi del servizio dei rifiuti si sono sostanzialmente assestati un po’ ovunque in Sicilia”. Ma la scadenza per l’approvazione del bilancio, prevista per il prossimo 31 settembre, è sempre più vicina e le tensioni si vanno acuendo all’interno del palazzo di città dove oramai gli organi politici sono in rotta con i burocrati dell’ente. Il riferimento in particolare è alla proposta deliberativa del commissario, elaborata con gli uffici, che prevedeva un aumento sostanzioso dei tributi e che è stata bocciata qualche mese fa dall’assise: “Non ho ricevuto alcuna proposta alternativa dal consiglio comunale – sottolinea il commissario – ma i termini per l’approvazione del bilancio sono in scadenza. Mi sto attivando attraverso la Regione per segnalare questa situazione di stallo”. Sulla testa dei consiglieri pende quindi un ipotetico commissariamento se il bilancio non dovesse essere approvato: tutti sarebbero spediti a casa e i poteri unici di giunta e consiglio sarebbero nelle mani del commissario sino alla conclusione della legislatura, per la primavera prossima quindi. “Ci saremmo aspettati delle controproposte che non sono arrivate sino ad oggi – aggiunge Arnone -. Per quel che ci riguarda la proposta degli uffici di aumento dei tributi per l’approvazione del bilancio non è cambiata”. Dunque tutto è fermo alla contestatissima manovra varata nel luglio scorso che prevedeva l’annullamento della Tasi sulla seconda casa, la tassa sui servizi indivisibili (quindi strade e illuminazione pubblica, ndr), che significa per il municipio un minor introito di 400 mila euro; a compensare questo ammanco l’aumento del tributo sulla prima casa che passa dall’1,5 al 2 per mille. E non finisce qui: l’Imu, vale a dire l’imposta sulla casa, è stata proposta di incrementarla dallo 0,96 all’1,06 per mille; così facendo si azzera la Tasi sulla seconda casa e l’aumento dell’Imu va anche a finanziare parte dello squilibrio di bilancio che si attesta, secondo il resoconto fatto dallo stesso Arnone, a circa 3 milioni e mezzo di euro. Si prevedeva inoltre di recuperare lo sbilancio con la previsione di entrate straordinarie non tributarie di circa 500 mila euro e tributarie straordinarie sull’evasione di circa 650 mila euro. Continua invece la cura dimagrante anche per il municipio: previsti infatti tagli alla spesa corrente, che vanno quindi a finanziare il funzionamento degli uffici (stipendi, cancelleria e bollette di energia elettrica, telefono e gas), di circa 600 mila euro con la riduzione di diverse spese di gestione.