Alcamo: aumenta la povertà, allarme sociale

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    Una sessantina di disoccupati alcamesi trovano spazio attraverso il progetto di accompagnamento al lavoro. Si tratta di una sorta di sussidio che il Comune, attraverso i fondi della 328, garantirà a chi versa in gravi situazioni economiche impegnandoli in attività socialmente utili. Per l’esattezza in 59 fruiranno di questo impiego per due mesi per impiego in attività sociali che saranno prossimamente stabilite. Una manovra che mette in evidenza però un fattore preponderante e cioè l’aumento della povertà. La crisi di questi ultimi anni ha messo in ginocchio intere famiglie che prima potevano sostentarsi dignitosamente. Non a caso risalta notevolmente questo dato ad Alcamo: questa misura di sostegno riguarda infatti situazioni di estrema povertà che, secondo quanto segnala l’ufficio dei Servizi sociali di Alcamo, sono saliti al 2 per cento della popolazione. “Vi è – scrivono i Servizi sociali comunali – la stringente necessità di attivare a favore di queste persone un intervento di sostegno al reddito, mirato non solo al sostentamento della precaria situazione socio-economica ma anche alla riabilitazione della loro situazione psicologica compromessa dalla mancanza o insufficienza di un lavoro”. In relazione proprio al dilagante aumento della povertà la giunta municipale ha dato vita a questi progetti: “Al momento – sostiene l’amministrazione comunale – questo percorso è l’unica soluzione praticabile per la tutela di questa fascia di popolazione”. Molteplici gli obiettivi che si è prefissato il governo cittadino nell’attivazione di questi piani di inserimento lavorativo: anzitutto si punta al recupero e alla promozione delle persone e delle relazioni sociali; si vuole inoltre inculcare nei soggetti prescelti un modello culturale che possa indirizzarli all’acquisizione di una maggiore autonomia sia dal punto di vista economico che sociale, valorizzando le loro potenzialità; infine si vuole far uscire dalla logica dell’assistenzialismo considerata come unica risorsa di vita, attraverso la promozione ed il potenziamento delle risorse possedute. In pratica niente più contributi a pioggia ma vere e proprie attività lavorative di carattere sociale retribuite. Il Comune mette in evidenza lo stato di crisi di una buona fascia di popolazione, tanto da giustificare questa iniziativa come necessaria per evitare disordini di carattere sociale: “Il mancato intervento di estrema urgenza nei confronti di cittadini che presentano necessità contingibili ed immediate, relativamente alla casistica individuata, – sostiene la giunta – causerebbe un danno grave e certo al cittadino bisognoso che inevitabilmente finirebbe per ricadere sulla Pubblica Amministrazione”.