Alcamo: Asu sospese, costituzione Comune non accettata

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Altro passo falso del Comune per la costituzione in giudizio al ricorso fatto in tribunale da due lavoratrici Asu del Comune che sono state allontanate dall’ente. Alla prima udienza il giudice Mauro Petrusa, titolare del caso pendente davanti la sezione Lavoro del tribunale di Trapani, non ha accettato la costituzione in giudizio dell’ente invitandolo a riformulare correttamente l’iter. In pratica il giudice avrebbe rilevato un errore di valutazione da parte della giunta guidata dal sindaco Sebastiano Bonventre nel fare costituire il proprio segretario generale Cristofaro Ricupati. Petrusa ha sostenuto che il municipio non può essere rappresentato dal segretario generale in quanto non è contemplato dalle normative vigenti nel caso in cui il ricorrente è un lavoratore non direttamente alle dipendenze del Comune, ed in questo caso si tratta di unità sussidiate dalla Regione e dall’Inps. In sostanza sarebbe stato rilevato un “difetto di rappresentanza”, motivo per cui il giudice ha sollecitato il Comune a riformulare la sua presentazione di costituzione in giudizio correttamente. La prossima udienza è stata convocata per marzo e per quella data quindi l’ente dovrà ripresentarsi in giudizio sostituendo il nominativo. A difendere le due Asu l’avvocato Damiano Ciacio il quale evidenzia il protrarsi di un situazione penalizzante per le due lavoratrici: “Pur essendoci una direttiva della Regione che ha detto al Comune di reintegrarle due unità Asu – precisa – ancora oggi il Comune non lo ha fatto e di fatto le lavoratrici non lavorano e non percepiscono il sussidio”. Questo provvedimento di allontanamento da parte del Comune avvenne nell’estate scorsa a seguito di una serie di riscontri fatti dall’amministrazione comunale rispetto ad alcuni comportamenti del personale precario e non. C’è stato un vero e proprio pugno duro da parte del municipio con sanzioni sfociate in decurtazioni di stipendio e vere e proprie sospensioni dal lavoro. Nel caso di queste due Asu, secondo quanto riporta il provvedimento deliberato dalla giunta guidata dal sindaco Sebastiano Bonventre, ci sarebbero state delle assenze dal posto di lavoro “senza giustificazione”. A loro venne notificata la decadenza da lavoratrice e la contestuale sostituzione con altre unità di personale da richiedere alla Regione. L’assenza ha concretizzato gli effetti sanzionatori di un decreto legislativo del 1997, secondo la giunta, oltre che le sanzioni di natura economica da parte dell’Inps. Un provvedimento che arrivò a seguito di un oramai prolungato braccio di ferro tra l’amministrazione comunale e il personale del Comune. Seguirono altri tre licenziamenti di precari a causa del loro prolungato assenteismo. In pratica si sarebbero assentati, secondo quanto ha sempre sostenuto l’amministrazione, senza essere stati autorizzati e anche quando invitati a rientrare non lo hanno fatto. Poi finirono nell’occhio del ciclone altre due contrattiste che furono in questo caso sospese dal lavoro, con relativa trattenuta di stipendio. Una decisione che fu formalizzata dal dirigente del Settore Affari generali e Personale dell’ente municipale, Marco Cascio, il quale applicò il “codice disciplinare” contemplato dal contratto collettivo nazionale di lavoro.