Alcamo: Asu sospese, avviso di garanzia a sindaco e dirigente del Comune

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ALCAMO – Avviso di garanzia per il sindaco Sebastiano Bonventre e per il dirigente al Personale del Comune, Marco Cascio. Dovranno comparire davanti al Giudice per le indagini preliminari il prossimo 21 settembre per rispondere delle accuse di “abuso d’ufficio” e “lesioni personali” lanciate in Procura da due lavoratrici Asu in servizio al municipio che nell’agosto scorso vennero sospese dall’incarico per “assenza ingiustificata” e “inottemperanza all’ordine di servizio” da parte del segretario generale del Comune. Le due lavoratrici assiste dall’avvocato Damiano Ciacio, dopo un braccio di ferro instaurato davanti al tribunale del lavoro, hanno ottenuto la reintegrazione recentemente. In particolare l’accusa di abuso d’ufficio si profilerebbe in quanto il Comune non avrebbe dato seguito alle note inviate dalla Regione già poche settimane dopo il provvedimento di sospensione emesso. L’assessorato regionale al Lavoro, con ben due comunicazioni dirette al Comune di Alcamo, non solo ha ribadito di essere unico soggetto titolare dei poteri sanzionatori, ma ha pure motivato le ragioni per le quali ha ritenuto di non ravvisare alcuna ipotesi di decadenza. Il tribunale del lavoro ha quindi imposto al Comune di Alcamo di reimmettere in servizio le due lavoratrici e di riconoscere loro le indennità non corrisposte in questo periodo di sospensione, in un caso a partire da agosto e nell’altro da settembre dello scorso anno. Alle due Asu venne notificata la decadenza da lavoratrici e la contestuale sostituzione con altre unità di personale da richiedere alla Regione per “assenza prolungata ingiustificata”. Più in generale la questione, a prescindere da ciò che farà il Comune, potrebbe non chiudersi qui. Infatti per danni morali, biologici e d’immagine le due Asu hanno avanzato una richiesta di risarcimento complessiva di ben 140 mila euro, non esaminata e quindi non accolta dal tribunale del lavoro perché incompetente in materia, ma che potrebbe essere richiesta in altre sedi giudiziarie. Solo dopo la sentenza del tribunale del Lavoro il Comune di Alcamo, attraverso diversi atti emanati prima dall’assessore al Personale Antonino Manno e successivamente dalla giunta, ha disposto di reinserire nel bacino dei lavoratori socialmente utili queste due unità. Le lavoratrici, dopo la sospensione, avevano proposto ricorso al tribunale del lavoro attraverso il loro legale, Damiano Ciacio. Al primo round hanno avuto ragione loro: secondo il tribunale il Comune di Alcamo, così come qualsiasi altro ente locale, non avrebbe anzitutto alcun potere per sanzionare questa categoria di lavoratori in quanto effettivamente dipendenti della Regione e quindi soltanto “distaccati” al Comune. L’accusa di “lesioni” si configurerebbe nei termini in cui una delle due lavoratrici sospese avrebbe denunciato il fatto che, a causa di questo stress subito, ha fallito il percorso di inseminazione artificiale a cui si era sottoposta in una clinica specializzata di Genova.