Sale sempre più la tensione sociale ad Alcamo. all’alba di oggi è stato consumato l’ennesimo attentato incendiario, il quarto in appena 9 giorni. Ad essere preso di mira un vecchio modello di Pegeout 106 in via Palazzo, arteria nei pressi del quartiere in cui ricade la villetta intitolata a Vincenzo Internicola, di proprietà di un uomo, V.M., al momento residente nello Stato francese. Non ci sono dubbi sul dolo del rogo: i vigili del fuoco, intervenuti sul posto celermente intorno alle 4 del mattino, hanno trovato sopra la cappotta della macchina un copertone utilizzato dagli incendiari verosimilmente per alimentare le fiamme. Le fiamme hanno soltanto in parte danneggiato il mezzo sia nella parte anteriore che posteriore. Ad avere aperto un’indagine il commissariato di Alcamo che al momento non esclude alcuna ipotesi. L’auto era in uso ai genitori dell’intestatario, che non hanno saputo fornire indicazioni utili sul perché del gesto indirizzato nei loro confronti, ed è proprio sul loro conto che gli inquirenti stanno scavando a fondo. Si sta setacciando palmo a palmo la loro vita privata e lavorativa per cercare di capire il movente dell’episodio. Ciò che più inquieta è che si tratta del quarto attentato incendiario in appena una manciata di giorni che si registra nella cittadina alcamese. Prima il fuoco al portone della chiesa di Santa Maria di Gesù, poi il rogo appiccato davanti ad un’abitazione in via XI Febbraio e appena un paio di notti fa un altro incendio ha interessato il chiosco di fiori della moglie del consigliere comunale Antonio Nicolosi. Una catena di raid incendiari che stanno facendo alzare l’attenzione delle forze dell’ordine in un territorio da sempre caldo e che fa registrare una massiccia densità criminale. Per il momento tutti gli episodi di questi ultimi giorni appaiono scollegati fra loro e quindi polizia e carabinieri stanno parallelamente lavorando alla ricerca di indizi validi che possano incanalare le ricerche in una ben determinata pista. Non è escluso che si possa trattare in tutti i casi di gesti assolutamente estemporanei, frutto di situazioni maturate nei contesti privati di ogni singola vittima. Soltanto l’incendio del chiosco pare invece avere indirizzato gli inquirenti al momento su una pista ben diversa, che porta dritto ovviamente all’attività politico-istituzionale di Nicolosi. In tutti i casi sembra comunque emergere una certa preoccupazione a livello sociale, con quest’impennata di episodi criminali che finiscono per turbare la comunità.