Alcamo-“Ad Alta Voce, incontri fuori dal comune”, al via rassegna

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Prende il via da venerdì 18 novembre un progetto promosso dal Comune di Alcamo che intende coinvolgere istituzioni e cittadini in un percorso condiviso, una riflessione collettiva che si svilupperà lungo un ciclo di incontri per dibattere su importanti tematiche sociali che riguardano il singolo individuo e la famiglia. «Lo scopo – si legge in una nota del Comune di Alcamo – è quello di capire insieme come prevenire ed affrontare il disagio di molti dei nostri giovani, come di molti anziani e altresì di coloro i quali sono più fragili e soli, laddove è più necessario ritrovare il senso della comunità e la sua forza». Il primo appuntamento è per venerdì 18 novembre, al Collegio dei Gesuiti, alle ore 18.00. Il tema è “Essere genitore”: si porrà dunque l’accento sul significato di genitorialità oggi e sulla fondamentale rilevanza sociale e culturale del ruolo di genitore. Questo primo incontro, al quale interverranno il sindaco Domenico Surdi, l’assessore ai servizi sociali, Nadia Saverino, l’assessore alla cultura, Lorella Di Giovanni, il responsabile del Servizio per le Dipendenze Patologiche dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani Guido Faillace, il sociologo Piero Rappa funge da introduzione al progetto e da presentazione per i diversi argomenti che saranno approfonditi nelle date successive, alcune delle quali già fissate, fino a febbraio 2017. Tutti temi molto delicati, disagi capaci di sconvolgere la vita di chi si trova ad affrontarli, andando ad intaccare, a volte irrimediabilmente, la sfera dei rapporti familiari, professionali e sociali. Primi fra tutti il cyberbullismo, i disturbi alimentari e quindi il rapporto anomalo con il cibo, le dipendenze patologiche e, in particolare, la ludopatia, l’identità di genere, la tratta delle donne. «Questi incontri – spiega la nota – sono pensati come un “cantiere aperto”, la partecipazione dei cittadini sarà indispensabile e preziosa per fornire spunti di riflessione e tematiche per le tappe seguenti, instaurando un rapporto di reciprocità ed empatia che potrà così diventare una sana consuetudine nella vita pubblica della città».