Alcamo-Abusivismo edilizio, ricorsi contro il Comune

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No alle demolizioni. No al pagamento di sanzioni ritenute elevate per l’occupazione da anni della propria abitazione abusiva. Si al pagamento di adeguati canoni di locazioni per continuare ad abitare l’immobile abusivo. Ad Alcamo abusivi sul piede di guerra che ieri hanno depositato un atto di contestazione e richiesta di riesame delle diffide con le quali il Comune ha chiesto “La consegna di immobili realizzati abusivamente e il pagamento delle indennità di occupazione sine titulo, bene già acquisito al patrimonio comunale”. L’atto di contestazione, notificato al Comune.  è stato sottoscritto da cinquantasette alcamesi, che fanno parte della prima trance dei provvedimenti  a suo tempo adottati e che una delibera approvata  dal consiglio comunale nell’ aprile del 2014 aveva espressamente dichiarato: “l’esistenza di un interesse prevalente di uso per fini pubblici e poiché gli stessi immobili non contrastavano con rilevanti interessi urbanistici e non ricadenti in zone di vincolo,  potranno essere dati in concessione di abitazione prioritariamente ai soggetti che hanno commesso l’abuso”. Insomma si era cercato di salvare  le abitazioni e di continuare a farle utilizzare ai proprietari nonostante fossero state già acquisite dal Comune, che può decidere di farlo oppure impiegarli per scopi sociali a fini pubblici. Nell’ottobre 2014 il Comune aveva inviato le notifiche per la consegna dell’immobile e il pagamento, entro 30 giorni, del canone di occupazione. Contro i provvedimenti si sono mobilitati questo gruppo di abusivi, che sollecitano nell’atto, predisposto dagli avvocati Saro Lauria e Alessandro Finazzo, il riesame in autotutela dei pagamenti chiesti dal Comune per l’uso dell’immobile abusivo, che in alcuni casi superano anche i 60 mila euro. Intanto è stata notificata un’altra trance di lettere ad una cinquantina di alcamesi per il pagamento dell’indennità di abusiva occupazione e la sanzione per la mancata demolizione, che varia dai 2 mila ai 20 mila euro. Anche in questo caso, come il precedente del 2014, dovrà decidere il consiglio comunale. I nodi dell’abusivismo edilizio sono venuti al pettine e i sindaci, sollecitati dalla Regione e dalle Procure, debbono fare rispettare la legge per evitare essi stessi  di incorrere in provvedimenti per vicende pregresse per le quali non hanno alcuna responsabilità. E in questa scomoda situazione si trovano oggi anche gli amministratori di Alcamo. Ha preso il nome di comitato “Articolo 25” quello degli abusivi che hanno eletto come sede legale uno studio di avvocati in via Rossotti, e del quale sono stati promotori l’ex consigliere comunale Ignazio Caldarella, e Giuseppe Orlando, segretario della locale sezione della Confartigianato.