La storia affonda le sue radici nel tempo. Nel tempo in cui la città di Alcamo, verso la fine degli anni sessanta, diventò un cantiere abusivo a cielo aperto, che nessuna autorità vedeva mentre si distruggeva il territorio. Un cantiere senza regole dal quale nacquero quartieri abusivi come per esempio la zona di Santa Lucia e via Kennedy poi regolamentati con i Piani particolareggiati di recupero, mentre resta difficilmente recuperabile Alcamo Marina, nonostante i puntuali proclami del politico di turno di realizzare soprattutto le fognature. Abusivismo edilizio a tappeto. Oltre 12 mila le domande presentate con le varie sanatorie al Comune di Alcamo, ch ha camminato con una certa speditezza nell’esaminare le domande di sanatoria. Ma c’è chi, forse fidando nella distrazione della legge, che di istanze per mettersi in regola non ha mai prodotte e in molti casi non si poteva sanare per che gli immobili erano sorti non solo in barba alle leggi ma anche in zone vietate da vincoli idrogeologici, paesaggisti e altro. Da diversi anni Regione e Procura della Repubblica inviano diffide ai Comuni, Alcamo compreso. Una materia delicata ed esplosiva sulla quale è intervenuto l’ex consigliere comunale Ignazio Caldarella (nella foto) con una lettera aperta di tre pagine inviata al sindaco e al segretario generale del Comune di Alcamo. Infatti recentemente il Comune “ha avvisato un’ottantina di alcamesi dell’avvio del procedimento di immissione in possesso e diffida al pagamento di canoni e tributi locali” e successivamente la “diffida a consegnare l’immobile abusivo e pagamento indennità sine titolo del bene già acquisito al patrimonio del Comune”. Caldarella nella sua lettera cita leggi, sentenze varie e delibere adottate tre anni fa dal consiglio comunale di Alcamo. Secondo stime se tutti gli abusivi alcamesi che hanno ricevuto le lettere pagassero tasse degli ultimi cinque anni, quelli precedenti sono già prescritte, il Comune incasserebbe circa un milione di euro. Secondo Caldarella “le richieste di soldi a titolo di indennità avanzate per l’illecita occupazione dell’immobile non sarebbero in sintonia perché i criteri adottati dal Comune negli ultimi cinque anni non sono affatto quelli fissati dalla legge regionale del 31 maggio del 1994 bensì quelli adottati dall’Agenzia delle entrate”. Caldarella si sofferma “anche su una delibera del Comune del 2014 e pertanto il pagamento dovrebbe essere riferito agli ultimi tre anni”. Sempre secondo lo scrivente “nell’applicare il canone di locazione a coloro i quali possono restare ad abitare nell’immobile realizzato abusivamente (e che non potranno mai vendere o fare ereditare i figli ndr), “si deve fare riferimento al reddito convenzionale dell’intero nucleo familiare e che il canone mensile non può essere inferiore a 52 euro e superiore a 208 e ciò vale nei confronti dei locatari degli immobili in questione”. Caldarella chiede quindi al sindaco e al segretario generale “di esaminare ancora una volta le singole posizioni”.