Agricoltura, La regione penalizza le imprese agricole, per mantenere la burocrazia operante in assessorato

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Raddoppiato il costo dell’approvvigionamento idrico. La Regione penalizza così le imprese agricole, al fine di sostenere l’aumentata burocrazia operante in assessorato. A dirlo è l’alcamese, vice-direttore di Confagricoltura Agrigento, Marco Vivona.  Tra l’aumento del costo del personale (e del contestuale peso delle istanze sindacali) e la lievitazione del prezzo del servizio di approvvigionamento idrico e della fornitura di nafta, per l’agricoltura siciliana sono tempi duri. In provincia di Trapani soprattutto la paga minima per un operaio agricolo comune – e Confagricoltura specifica, indipendentemente dal fatto che sia extracomunitario o italiano — è tra le più elevate in Sicilia, intorno ai 73 euro giornalieri, rispetto alla media dei 65. La sempre minore presenza di personale qualificato agricolo made-in-Sicily – una piaga generazionale della nuova forza lavoro — contribuisce a rendere l’impiego di manodopera nelle campagne, non solo rara e in-high-demand, ma anche più costosa. Solo che a percepirne i frutti sono i pochi agricoltori rimasti in gioco in Sicilia – gli extracomunitari. Il problema del caro-vita in agricoltura è direttamente proporzionale al problema della concorrenza dei nostri prodotti agricoli rispetto ad altri paesi, ed infatti ne è proprio la causa primaria. A complicare lo status quo, ci si mette, a detta dei rappresentanti di categoria, anche la Regione Sicilia, che nell’ultimo anno avrebbe raddoppiato il costo dell’approvvigionamento idrico a carico delle aziende – secondo l’alcamese e vice-direttore Confagricoltura Agrigento, Marco Vivona, le parcelle dei consorzi agricoli regionali sono passate dai 19 centesimi al litro dell’anno scorso ai 38 di quest’anno. Un colpo basso che sta mettendo il settore agreste in ginocchio. La necessità di questo rincaro sarebbe necessario per la Regione, benché inizialmente aveva annunciato prezzi agevolati per le imprese, al fine di sostenere la grande schiera di impiegati presso l’assessorato agricoltura e foreste. Ma rivedere la pianta organica e il fabbisogno del personale è assolutamente necessario alla sopravvivenza stessa della categoria, secondo il vice-direttore, che propone in merito misure alternative e urgenti. Tra queste, se non la riduzione di burocrati, per lo meno l’impiego degli stessi in servizi più produttivi e protezionistici delle imprese interne, come ad esempio i controlli dei requisiti minimi qualitativi di tutti i prodotti ortofrutticoli provenienti dall’estero. Infatti, a differenza dei prodotti italiani, per cui l’utilizzo di fertilizzanti organici è cogente, la merce importata risulta spesso trattata con DDT. Un’altra misura estremamente utile alle finanze delle imprese locali, dice Vivona, sarebbe la destagionalizzazione dell’import rispetto alla produzione locale. Ad esempio, invece di importare il pomodoro in coincidenza con il raccolto nostrano estivo, si farebbe meglio ad importarlo dopo Novembre.