Allarme della Cna di Trapani, rischio chiusura di aziende per ‘caro bollette’

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Per molte imprese il mese di settembre  alle porte non sarà come di consueto quello della ripartenza post ferie estive. Alle prese con costi energetici alle stelle, molte attività- specie quelle energivore – per far fronte ai notevoli costi, hanno infatti deciso oculatamente di ridurre la produzione. «È una scelta cui siamo obbligati- spiega l’alcamese Giovanni Marchese, presidente della categoria Produzione per Cna Trapani, ma anche titolare di un’azienda del settore manifatturiero  in contrada Sasi- per scongiurare la chiusura definitiva. Non siamo infatti più in grado di sostenere il pagamento di bollette 3- 4 volte più pesanti rispetto al passato. Solo rispetto allo scorso anno, il gas metano è passato da 0,27 centesimi al metro cubo ai 2,40 euro al metro cubo di oggi, mentre i costi dell’energia elettrica sono passati da 0,07 centesimi a kw fino agli 0,47 centesimi di oggi». «È difficile prevedere – dice ancora Marchese – se sarà ancora sostenibile continuare a produrre anche in autunno, soprattutto in vista di nuovi aumenti. Al momento, io personalmente ho deciso di avviare una sola linea di produzione delle tre previste dalla mia azienda».

La scelta di ridurre la produzione aziendale – precisa ancora la Cna Trapani, portavoce delle istanze delle imprese del territorio, e preoccupata per il futuro dell’economia locale, che è già debole di per sé – si traduce inevitabilmente anche nella riduzione dei turni dei lavoratori, e dunque anche in eventuale cassa integrazione per alcuni dipendenti o licenziamenti. Orizzonte molto buio quello che si affaccia per i prossimi mesi. Gli altissimi costi dell’energia li pagheremo tutti, Ad Alcamo da un imprenditore è arrivata una bolletta di 101 mila euro. Ma ‘è anche tanta speculazione e gli italiani siamo indifesi. Il costo del petrolio al barile è arrivato a 95 dollari e quindi benzina e gasolio dovrebbero costare molti di meno. Stamane il diesel ad un euro e 85 centesimi, Benzina un euro e 65, ovvero venti centesimi in meno. E camion,  imbarcazioni per la pesca per citare due esempi vanno a gasolio. Un tempo si compravano auto a nafta per risparmiare. Difficoltà. Disagi.

Impoverimento di tante fasce sociali in un periodo di squallida campagna elettorale, fatta di annunci e promesse inattuabili e offese. Nessuno di questi individui cosiddetti politici si soffermano su sanità, scuola, trasporti, ambiente perché non hanno idee e programmi. E mutuando il titolo di una commedia del 1984 possiamo dire senza tema di smentita “Se tutto va bene siamo rovinati”.