Concorso VVF, test in piscina. Pipitone riusciva a farlo provare e riprovare. Renda liberato

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Riusciva a dare le giuste ‘spallate’ per far vincere i concorsi nei vigili del fuoco e, in un caso, anche nella polizia. L’alcamese Giuseppe Pipitone, 54 anni, funzionario del corpo sospeso a dicembre e due giorni fa finito in carcere, sfruttava quindi al meglio le sue conoscenze tra i vertici dei vigili del fuoco e i sindacalisti. Come nel caso della castellammarese Silvia Pisciotta, anche lei finita nell’indagine ‘Concorsopoli’ e sottoposta a obbligo di dimora, alla quale era riuscito a far ripetere più volte, proprio nella sede di esami, una prova pratica. Cosa che, ovviamente, è vietato per evitare vantaggi ai concorrenti.

Pipitone invece, nel 2018, fece si che la sua candidata potesse provare e riprovare il percorso giorni prima dell’esame. Silvia Pisciotta, che secondo gli inquirenti avrebbe versato 3.500 euro al funzionario alcamese, venne accompagnata dallo stesso  a Roma, al centro di addestramento delle Capannelle, sede del concorso, dove avrebbe dovuto sostenere l’esame in piscina. Tramite una serie di contatti personali riuscì quindi a far vedere e provare la piscina alcuni giorni prima della prova concorsuale: tuffo, 9 metri di nuoto, 8 di apnea attraversando gli ostacoli e ultimi 8 metri di nuoto fino al termine del percorso.

Intanto uno dei tre indagati sottoposto agli arresti domiciliari è stato rimesso in libertà. Si tratta del giovane poliziotto alcamese Francesco Renda, 26 anni. La misura è stata revocata dallo stesso GIP del tribunale di Trapani in accoglimento dell’istanza presentata dagli avvocati Enzo Catanzaro e Francesco Galati. I due legali hanno quindi esternato “soddisfazione per la prontezza con cui la Giustizia ha immediatamente revocato un provvedimento ritenuto giuridicamente non adeguato all’ipotesi accusatoria”.