Alcamo-Vertice al Comune per salvare l’Ipab “Mangione”

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E’ l’istituzione assistenziale  forse più antica di Alcamo. Si tratta della casa di ospitalità per anziani “Mangione”, eretta ente morale nel 1811, che si trova nella via Florio. Anche la “Mangione” non sfugge al profondo rosso dei bilanci che fotografano le difficoltà delle Ipab siciliane. Una deficit mensile di 15 mila euro che va ad aumentare quei circa 500 mila euro che segnano il rosso delle casse. Un consiglio di amministrazione allo stato attuale privo del presidente dopo le dimissioni di Francesco D’Angelo, carica che aveva avuto come sponsor l’onorevole Mimmo Turano. Le dimissioni un atto dovuto previsto dalla legge dopo l’elezione di un nuovo sindaco, come è accaduto lo scorso giungo ad Alcamo. E deve essere il primo cittadino a dare il proprio gradimento per la nomina del presidente, essendo il Comune quello che versa tanti soldi per le rette agli indigenti. Un consiglio di amministrazione che nel marzo scorso ha sospeso Emanuele Asta, coinvolto nell’inchiesta su Pasquale Perricone. Asta era stato segnalato dalla curia vescovile. Il suo posto è stato preso da monsignor Aldo Giordano, arciprete della chiesa Madre. Della grave crisi in cui versa la “Mangione” si parlerà lunedì pomeriggio al Comune dove il sindaco Domenico Surdi incontrerà il consiglio di amministrazione di quello che viene chiamato ad Alcamo “Il boccone del povero” che da anni opera nel campo dell’assistenza agli anziani nella maggior parte indigenti le cui rette, oggi sedici in convenzione vengono  pagate dal Comune. Si tratta di persone che non hanno alcun mezzo di sostentamento. Ventidue rette sono, invece, a carico degli ospiti ai quali viene fornita una buona assistenza. Il taglio dei contributi dell’assessorato regionale alla Famiglia, che consentiva di pareggiare il bilancio, ha fatto saltare tutti i conti tanto che nel marzo del 2014 il consiglio di amministrazione deliberò il programma di risanamento e sviluppo. Una sorta di piano quinquennale 2013-2018 per risanare i conti che passano in primo luogo dalla vendita di un immobile nel corso dei Mille, già adibito a scuola comunale, valutato dall’Agenzia delle entrate in 920 mila euro. Nel piano di dismissione anche la vendita di una casa in Corso VI Aprile, di un terreno e casa rurale in contrada Mezzatesta di Calatafimi e di due magazzini di 120 metri quadrati ciascuno a Camporeale. Dismissioni che non  sembrano facili perché occorre trovare gli acquirenti. Mediamente la “Mangione” ospita una quarantina di anziani. Una delle voci per le maggiori uscite riguarda il personale, sedici in tutto tra impiegati a tempo indeterminato, parziale e contratti di collaborazione. Due mila euro al mese il costo delle suore che prestano la loro opera al “Mangione”. Nel confronto con il sindaco di Alcamo, il consiglio di amministrazione illustrerà l’attuale situazione di grave difficoltà a Domenico Surdi per cercare insieme di mettere a punto un piano per salvare e rilanciare questo Ente secolare, che da sempre svolge un’importante ruolo sociale e assistenziale nella città di Alcamo.