Esattamente due anni fa, l’11 marzo del 2020, nelle fasi iniziali della pandemia da covid, il ricovero in terapia intensiva al sant’Antonio Abate del paziente 1, ha dato l’avvio al lunghissimo calvario dell’alcamese Franco Regina, dirigente biologo dell’ASP ed ex deputato regionale. La prima positività quella del paziente zero, un insegnante marsalese di matematica, era stata rilevata un giorno prima ma la malattia di quest’ultimo fu molto più leggera. Regina, infatti, non soltanto andò in coma per un paio di settimane rischiando più volte di morire, ma rimase positivo per circa 50 giorni e senza poter vedere i suoi familiari per ben 6 settimane.
L’alcamese, 58 anni il prossimo 25 aprile, subito dopo la sua negativizzazione ha cominciato una battaglia per far nascere, nelle ASP, equipe pluri-disciplinari necessarie a combattere gli effetti del cosiddetto long-covid. Sono trascorsi due anni e Regina si definisce ancora un miracolato e non finisce mai di ringraziare, oltre al buon Dio, anche il personale sanitario del Sant’Antonio Abate e del Borsellino di Marsala che lo hanno curato con amorevolezza e dedizione. Intanto, dopo due anni, la pandemia è ancora presente seppur con complicanze meno gravi per chi contrarre il covid.
La provincia di Trapani e la città di Alcamo confermano trend quasi sempre in forte contrasto con il resto della Sicilia e dell’intera nazione. Gli ultimi dati della fondazione Gimbe, quelli relativi alla settimana dal 2 all’8 marzo, segnano un incremento dei casi, nel trapanese, addirittura del +48,3%, oltre dieci punti percentuali in più rispetto all’agrigentino e 20 nei confronti del ragusano. Tutte le altre province confermando invece il trend in discesa. In quella di Palermo il dato complessivo dei positivi, rispetto alla settimana precedente, è stato del -7%. La città di Alcamo, anche questa è una particolarità rispetto alle altre del trapanese, mantiene un numero complessivo di positivi quasi costante, sempre molto vicino alle 800 unità.