Sbarco a Trapani, fermato presunto scafista

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È accusato di favoreggiamento aggravato all’immigrazione clandestina in concorso con altri soggetti, attualemente ancora ignoti. Con questa accusa il tunisino Ridha Bacha, di 44 anni è stato sottoposto ieri sera a fermo di indiziato di delitto da parte della sezione criminalità straniera della Squadra Mobile di Trapani, provvedimento emesso dal sostituto procuratore Andrea Tarondo.

Le indagini sono state avviate in seguito allo sbarco avvenuto mercoledì scorso presso il Molo Ronciglio di Trapani. L’intervento di soccorso era stato effettuato dalla nave “Phoenix”, dell’organizzazione MOAS, acronimo di “Migrant Offshore Aid Station”, la quale, durante la navigazione, aveva intercettato nel canale di Sicilia, a circa 40 miglia dalle coste libiche, un’imbarcazione in legno. Furono tratti in salvo oltre 350 migranti provenienti da Siria, Ghana, Pakistan, Somalia, Bangladesh, Nigeria, Marocco e Tunisia. Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno appreso dai vari migranti che erano partiti dalla costa libica, tra domenica e lunedì, consegnando ad alcuni trafficanti una somma oscillante tra 900 e 1000 euro. In particolare, gli extracomunitari avevano riferito che l’imbarcazione era stata condotta da un tunisino, descritto come “alto di statura e con delle cicatrici al braccio”. Grazie a questi particolari la Squadra Mobile ha rintracciato il 44enne, che tra l’altro, è stato anche riconosciuto da alcuni testimoni come colui che aveva guidato il natante dal punto di partenza in Libia. È in seguito emerso che Ridha Bacha, tra il 2010 ed il 2014, aveva già fatto ingresso clandestinamente sul territorio nazionale per ben cinque  volte, ed ogni volta rimpatriato a seguito di condanne per reati contro il patrimonio e contro la persona commessi in varie località italiane. Al termine delle formalità di rito, il tunisino è stato associato presso la casa circondariale di Trapani a disposizione dell’autorità giudiziaria.