Partinico: distilleria, nuova diffida all’Arta

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PARTINICO. Nuova diffida nei confronti dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente per la questione inerenti lo scarico in atmosfera della distilleria Bertolino di Partinico. Legambiente, il Movimento 5 Stelle, Rifondazione comunista, i gruppi consiliari “Cambiamo Partinico” e “Gruppo Misto-Servire non Servirsi”, e l’Osservatorio per lo Sviluppo e la Legalità “La Franca” hanno deciso di tornare alla carica considerato il silenzio che è calato attorno alla vicenda dopo le riunioni e le conferenze di servizio convocate ma che ancora oggi non hanno prodotto nulla di concreto. Ad essere diffidati, in particolare, sono il Servizio 1 e il Servizio 2 dell’assessorato. Ai due uffici competenti in materia di emissioni agli scarichi dell’industria partinicese si lancia un vero e proprio dik tat: si chiede di dare “immediato inizio all’iter finalizzato al rilascio dell’Aia per la Distilleria Bertolino ed a sospendere qualsiasi attività svolta dalla stessa industria nelle more della definizione del nuovo iter procedurale”. “Se non si avrà riscontro entro i prossimi 10 giorni – si legge nell’atto di diffida – ulteriori omissioni e indebiti ritardi verranno denunciati all’Autorità Giudiziaria competente”. Tutta la questione si impernia attorno alle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera della discussa azienda di distillazione più grande d’Europa. L’ultima autorizzazione della Regione risale al 2011: la Bertolino presentò nei tempi la richiesta di rinnovo su cui però l’Arta non si è mai più pronunciata e per questa l’azienda ha proseguito la sua attività in regime di “prorogatio”, cioè vale a dire sulla scorta della precedente autorizzazione. Cosa che non potrebbe fare, secondo chi ha presentato la diffida, in quanto la norma in tal senso lo vieta se non per un breve periodo di 8 mesi. Non solo: sempre secondo ambientalisti, associazionismo e politica la distilleria dovrebbe finire sotto un nuovo procedimento, nettamente più restrittivo rispetto all’attuale, per ottenere l’autorizzazione allo scarico per l’emissione in atmosfera. A detta loro si dovrebbe applicare l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, non però per la titolare della distilleria che ha precisato che il suo impianto è sotto certi regimi. Altro nodo cruciale è lo stoccaggio delle vinacce, certamente tra le cause delle emissioni maleodoranti provenienti dall’industria. Allo stato attuale ciò avviene con l’accumulo di vinacce all’esterno dell’industria, coperte da un telone come da ordinanza emessa dal sindaco Salvo Lo Biundo. Ma questa restrizione non basterebbe e per questo si avvertirebbero i fumi maleodoranti. E’ stata evidenziata la necessità di apporre degli opportuni filtraggi al camino più alto. La Regione, nel giugno scorso nel corso dell’ultima conferenza di servizi, disse che avrebbe preso in esame tutte le istanze presentate per verificare la loro ammissibilità. Da allora, però, è calato il più assoluto silenzio.

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