Pallacanestro/serie C – Gara interna con Or.Sa. Barcellona, Libertas Alcamo acciaccata ma non molla

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Una serie di infortuni e di mali di stagione hanno decimato gli allenamenti: per la Libertas Alcamo una settimana da dimenticare quella di avvicinamento alla gara di domani con l’Or.Sa. Barcellona, squadra che la precede di due lunghezze e che, in caso di vittoria, potrebbe regalare la settima posizione alla formazione di coach Ferrara che, fra l’altro, si porterebbe 2 a 0 nello scontro diretto. Il match rappresenta un passaggio cruciale prima di affrontare le due trasferte che, in avvio di 2018, saranno racchiuse in soli tre giorni. Intanto è arrivata la temuta conferma della gravità dell’infortunio patito da Dario Ajola a Gravina: per lui  problemi ai legamenti del ginocchio e stagione probabilmente già conclusa. “Siamo rammaricati per il nostro Dario – ha detto il presidente Paglino – e intendiamo rimanergli calorosamente vicini. Già una volta Ajola si è risollevato, e alla grande, dopo un simile infortunio e siamo certi che anche stavolta farà altrettanto”. Ma non sarà solo l’assenza di di Ajola a pesare, c’è anche un imprevisto guaio muscolare alla coscia di “Vicio” Provenzano, molto più serio del previsto, e l’esperto cestista dovrà saltare gare importanti. A completare il quadro le contratture muscolari ad Andrè e Genovese e l’influenza che ha colpito Agrusa e Amato. In netto miglioramento, invece, Federico Manfrè. In casa Libertas nessuno però – né giocatori né staff tecnico – intende mettere le mani avanti: c’è la ferma volontà di incamerare una preziosissima vittoria. Probabilmente ancora una volta Manuel Bottiglia sarà chiamato a sacrificarsi in un ruolo non suo, quello di play. Ma domani occorrerà anche fare i conti con la freschezza atletica, le doti tecniche e la voglia di riscatto dell’Or.Sa., società satellite e serbatoio del Barcellona che guida la classifica di serie B. Su tutti spicca Vlatko Granic, il centro croato a tratti immarcabile ma che nella partita di andata venne dominato da Dario Enrique Andrè. Senza contare un gruppetto molto interessante di giovanissimi, non solo siciliani.