Mazara del Vallo-Coppia uccisa, trovato suicida presunto assassino

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È stato ritrovato senza vita l’uomo ricercato per il duplice omicidio di Angelo Cannavò 29 anni, e Rita Decina, 28 anni, avvenuto a Mazara del Vallo il 5 agosto scorso. Ben Saada Ouajidi, cittadino tunisino di 34 anni è stato rinvenuto all’alba di ieri dalla Polizia di Stato, suicida, nella sua abitazione in contrada Ranna, a Marsala, dagli uomini della Squadra Mobile e del Commissariato di Mazara del Vallo, che erano sulle sue tracce dal giorno del delitto. I sospetti si erano concentrati su di lui dopo che, a casa della coppia, era stato rinvenuto un tablet con una scheda sim all’uomo. La stessa vittima, Rita Decina, aveva cercato, poco prima di morire, di scrivere col sangue il nome dell’assassino, ma le lettere erano rimaste solo abbozzate e incomplete, probabilmente per il venir meno delle forze della ragazza. Un altro elemento, che ha portato la Polizia a Ben Saada Ouajidi, sono state le riprese di alcune telecamere di sorveglianza. I filmati acquisiti dagli investigatori mostrano la macchina del tunisino arrivare e allontanarsi dalla casa della coppia proprio nell’intervallo di tempo dell’omicidio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il movente potrebbe essere stato un debito di droga dell’uomo nei confronti di Angelo Cannavò, a casa del quale la Polizia, il giorno del delitto, aveva rinvenuto diverse dosi di stupefacenti pronte per la vendita. Alla lite fra Ouajidi e Cannavò avrebbe assistito Rita Decina, che è stata quindi uccisa in un secondo momento, mentre cercava di fuggire per le scale. La donna ha cercato di difendersi ma è stata colpita più volte. Il tablet del tunisino, rinvenuto a casa di Cannavò, era presumibilmente stato consegnato come pegno del debito di droga da saldare. Durante la perquisizione a casa del presunto assassino, eseguita dalla Polizia Scientifica del Gabinetto Regionale di Palermo, sono stati rinvenuti un coltello compatibile con quello utilizzato per il duplice omicidio e abiti sporchi di sangue. Tracce di sangue sono presenti anche nell’auto del tunisino che è stata ritrovata dalla Polizia. Ben Saada Ouajidi soggiornava regolarmente in Italia da diciotto anni e il padre era italiano. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero di Marsala Giulia d’Alessandro, continuano per definire i contorni della vicenda.