I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Trapanistanno completando, in vari comuni della provincia trapanese, l’esecuzione di un provvedimento di misure di prevenzione patrimoniale, disposto dal Tribunale di Trapani nei confronti di Rosario Tommaso Leo, di Vita, già condannato nel 2013 dal Tribunale di Palermo, perché riconosciuto come componente di Cosa Nostra insieme a Matteo Messina Denaro, Salvatore Riina, Antonino Melodia, Ignazio Melodia (cl. 55), Francesco Domingo e numerosi altri, e più precisamente come appartenente al cosiddetto “mandamento di Alcamo”, storicamente composto dalle famigliedi Alcamo, Castellammare del Golfo, Calatafimi e Vita.
Rosario Tommaso Leo, 46 anni, fu tra i 12 arrestati accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, incendio, violazione di domicilio e violazione delle prescrizione della sorveglianza speciale, nell’ambito del blitz, denominato “Crimiso”, condotto nel 2012 dalla squadra mobile di Trapani e dai commissariati di Alcamo e Castellammare del Golfo, sotto il coordinamento della Dda di Palermo.
La misura patrimoniale, in esecuzione a Trapani, Alcamo, Castellammare del Golfo Vita, Salemi e Calatafimi, ha riguardato l’intero compendio aziendale dell’omonima azienda agricola di Rosario Leo, comprendente beni mobili ed immobili, tutti i rapporti bancari, postali ed assicurativi, intestati e/o riconducibili anche ai suoi familiari e conviventi, per un valore complessivamente stimato in 1.100.000 euro circa. Il provvedimento ablativo di sequestro e successiva confisca, è stato emesso (a norma del DLgs 159/2011) dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani su Proposta della Procura della Repubblica di Palermo, al termine di indagini economico patrimoniali, condotte dagli stessi Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Trapani, che hanno evidenziato una consistente sproporzione tra le disponibilità reddituali e gli acquisti complessivamente operati da Rosario Leo negli anni dal 2007 al 2013.
