Mafia, Messina Denaro: capo o mitizzato?

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Messina Denaro non è il numero uno di Cosa nostra. Va prendendo sempre più piega questa ipotesi investigativa nei palazzi della magistratura. Questa mattina il procuratore Capo di Caltanissetta, Sergio Lari, che spesso ha incrociato nelle sue indagini ambienti vicini al latitante di Castelvetrano, ha rilasciato considerazioni shock. Le sue non sono affatto ipotesi ma sembrano essere quasi delle certezze: “Ci sono fondati motivi – ha affermato – per ritenere che Matteo Messina Denaro non sia il capo di Cosa nostra ma solo il capo provinciale della mafia di Trapani con qualche interesse nel palermitano”. Parole che confermano quanto già trapelato nei mesi scorsi quando Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria anche lui spesso ritrovatosi sulle tracce di Messina Denaro nelle sue indagini, aveva fatto intendere che ci fosse la possibilità che il boss no fosse il numero uno della mafia siciliana. Nella sua ultima elazione la Dia nazionale, la direzione investigativa antimafia, ha effettivamente tracciato un nuovo volto di Cosa nostra: l’ala armata sarebbe ridotta a pochi uomini che per di più non fanno neanche parte del gotha, mentre incalzerebbero sempre più colletti bianchi. I cosiddetti infiltrati nelle pubbliche amministrazioni e non solo, uomini apparentemente per bene che però navigano nelle stanze del potere e che quindi riescono a muovere le fila di tutto il sistema criminoso. Questi nuovi scenari quindi potrebbe far cadere definitivamente quanto è stato sempre sostenuto di Messina Denaro, indicato come l’imprendibile capo la cui ascesa, aiutata anche dagli arresti di pezzi da novanta come Bernardo Provenzano, Totò Riina, Salvatore e Sandro Lo Piccolo, è stata costante e incontrollata nel tempo. Alcuni lo hanno indicato come il nuovo capo dei capi, ora però questa tesi sembra crollare come un castello di carta. Insomma, torna il vecchio quesito di sempre attorno alla giustizia siciliana: l’impalcatura sino ad oggi eretta attorno al fenomeno mafia è reale o è in certi casi una mitizzazione? L’eurodeputato Pd, Pino Arlacchi, è stato intervistato in tal senso da Panorama nell’ultimo numero in uscita in settimana e le sue affermazioni appaiono dirompenti. E’ infatti convinto che il processo sulla trattativa Stato-mafia sia solo una bufala: “Si concluderà tutto con il totale flop – dice Arlacchi -. E’ una bufala su cui si sono costruite carriere immeritate: non c’è una sola prova seria a sostegno di questa allucinazione. Rottamiamo una certa idea della mafia. Riina è un capomafia di 84 anni, in galera da 21: è solo e abbandonato, secondo tradizione mafiosa. E’ stato intercettato nel giugno 2013 mentre si sfoga contro tutto e tutti”. Intanto le ultime operazioni antimafia nel trapanese hanno praticamente fatto terra bruciata attorno a Matteo Messina Denaro. Si parla sempre più insistentemente di una sua imminente resa ma il quadro tracciato dalla procura trapanese è di ben altro tenore

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