Il rogo di Alcamo

0
618

Il sindaco Surdi: “I primi dati dell’Arpa sulla qualità dell’aria sono confortanti”

Si è svolto oggi pomeriggio, ad Alcamo, l’incontro del Centro operativo comunale durante il quale sono stati resi noti i dati rilevati dall’Arpa e da parte del Comando provinciale dei vigili del fuoco inerenti la qualità dell’aria scaturita a seguito dell’incendio di contrada Sasi -Vallenuccio. “Rispetto a quanto appena rilevato il sindaco del Comune di Alcamo, Domenico Surdi ha provveduto a revocare l’ordinanza del 31 luglio relativamente allo stazionamento all’aperto e di aggregazione negli spazi aperti e pratiche di attività sportive”, dichiarando che : “i dati pervenuti dai vigili del fuoco e dell’Arpa relativi alla qualità dell’aria, a seguito dei primi campionamenti in alcuni punti della città, sono confortanti in quanto rientrano nei parametri. Restiamo in attesa dei dati riguardanti le eventuali sostanze nocive all’ambiente che saranno forniti dall’Arpa. Intanto a scopo precauzionale raccomandiamo la cittadinanza di lavare accuratamente i prodotti ortofrutticoli”. Questo il comunicato ufficiale del Comune, ma sarebbe opportuno conoscere quali sono i punti della città dove sono stati eseguite le analisi e cosa succede negli altri punti. L’aria è in tutti i posti uguali?  Ma tornando alla vicenda del rogo nella mitologia greca l’Idra di Lerna era un mostro a nove teste e, girandole a 360 gradi, col suo fiato inceneriva tutto quanto le era attorno. Nella realtà alcamese  allo stato delle cose potremmo, metaforicamente, collegare quanto accaduto dalle 17 di domenica scorsa nell’azienda D’Angelo a quel mostro perché la densa colonna di fumo, a seconda dei capricci del vento, ha sparso le sue ceneri dove di più o di meno in una vasta fascia di territorio. “Nei punti esaminati- dice il sindaco la situazione è confortante”. Ma fino a dove è arrivata quella nube che mano mano perdeva consistenza? Segnalazioni sono arrivate dalle frazioni di Grisì e Roccamena, sino ad arrivare a Camporeale e anche dalla Valle del Belice, Gibellina e altri Comuni. E’ stata avvistata anche a Sciacca. Quante decine di ettari di terreno ha percorso quel fumo nero e quante ceneri e lapilli ha inghiottito il suolo di zone vocate a numerose varietà di produzioni agricole con il rischio diossina? Sono altri interrogativi che vanno sciolti anche se è chiaro che l’epicentro resta Alcamo e il suo interland. Lo stesso sindaco di Castellammare si è allarmato e come tutti ha atteso le analisi dell’Arpa e Vigili del fuoco, che stando al comunicato del Comune sono da valutare ottimisticamente. Nel fornire i dati l’Arpa, però, dovrebbe farlo analiticamente in modo da avere un quadro perfettamente chiaro sui terreni e zone eventualmente più o meno inquinate e mettere a punto  provvedimenti mirati. Forse sono in corso le analisi e lo farà nei prossimi giorni. Ma anche stamane, soprattutto nel centro storico si percepiva forte l’acre odore del fumo e la scorsa notte verso l’una in molti che avevano lasciato socchiuse porte e finestre hanno dovuto chiuderle. Nel corso della giornata di oggi poi via via la “puzza”  è andata diminuendo. Intanto anche la scorsa notte sei squadre di vigili del fuoco  hanno continuato a tenere sotto controllo la zona e spento qualsiasi accenno di ripristino di focolai. Iniziata anche la rimozione del materiale bruciato e rifiuti accatastati. Sopralluoghi dei carabinieri, vigili del fuoco e tecnici comunali per stabilire da dove è partito l’incendio e per raccogliere elementi utili per verificarne le cause, sulle quali non si esclude il dolo. “Dietro gli incendi c’è la strategia criminale per conservare il sistema delle discariche”. L’affermazione è di Franco Busalacchi, candidato alla presidenza della Regione , sostenuto dai movimenti sicilianisti e sovranisti. E scende in campo anche Legambiente Sicilia, il cui presidente Gianfranco Zanna “ha annunciato ad Alcamo controlli e analisi complementari a quelli dell’Arpa sull’aria e sui terreni attraversati dalla nube nera”.“È  necessario – dice Massimo Fundarò ex parlamentare dei verdi e presidente dell’associazione ambientalista Ecò – un serio e accurato monitoraggio di tutte le sostanze emesse durante l’incendio in modo da attivare le misure di prevenzione a tutela della salute dei cittadini. È mia intenzione presentare un esposto alla procura per accertare le eventuali responsabilità di questo disastro ambientale. Nel caso di un processo ci costituiremo parte civile”.  Al lavoro da domenica scorsa il Centro operativo comunale per monitorare la situazione minuto per minuto, assieme al sindaco Domenico Surdi, agli amministratori e al personale tecnico comunale, mentre grande è stato lo sforzo dei pompieri, forestale, carabinieri, protezione civile, Canadair, elicotteri, volontari 118 e altri per  tagliare definitivamente le teste dell’Idra senza dare la possibilità di rigenerarsi.  La Procura di Trapani ha aperto un fascicolo per disastro ambientale allo stato attuale contro ignoti, mentre sul web si augurano le cose più turpi se dietro l’incendio c’è la mano di individui senza scrupoli e dignità. La D’Angelo Vincenzo srl opera da oltre 20 anni nel settore dei rifiuti. Radio piazza, su questa azienda leader nel panorama nazionale del trattamento dei rifiuti dice da tempo: “trasi munnizza, esci oru”, tanto che il titolare si è guadagnato il titolo di Re dei rifiuti. E come un re ha saputo lavorare e governare il settore. Per esempio nel 2005 in occasione della Coppa America scoppiò l’emergenza smaltimento rifiuti speciali. L’allora prefetto di Trapani firmò un decreto per l’intervento della D’Angelo srl che in 24 ore fece sparire una montagna di rifiuti speciali, che stavano da alcuni mesi all’ingresso di uno dei cantieri edili del nuovo porto. D’Angelo è stato coinvolto in diverse indagini relative allo smaltimento dei rifiuti. Denunciò anche la richiesta di “prestito” (pizzo) di somme di denaro da emissari della mafia locale, facendoli arrestare e condannare. Insomma un imprenditore, self made man, che è riuscito a creare un impero. E quel Re, oggi sembra caduto dal trono, difficilmente potrà risalirvi subito poiché tra inchieste e risarcimenti di persone danneggiate dalla nube nera dovrà tornare nelle aule di tribunale con l’augurio che le indagini facciano chiarezza su quella che resterà come una pagina buia nella storia della città di Alcamo. Intanto il comunicato emanato dal Comune è un primo passo per conoscere tutti i dati delle analisi. E lo stesso comunicato rappresenta aprire la speranza ad  un cauto ottimismo.