C/mmare del Golfo: villetta a fuoco, ipotesi racket

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A fuoco questa notte la tettoia in legno della veranda di una villetta utilizzata come casa-vacanza a Castellammare del Golfo in contrada Tavolata, zona che si trova a monte dell’area costiera della spiaggia Plaja. Ancora da accertare le cause del rogo anche perché i vigili del fuoco del distaccamento di Alcamo, intervenuti sul posto, non hanno rinvenuto alcun elemento che possa ricondurre con assoluta certezza al dolo. Pare però che i carabinieri della stazione cittadina, coadiuvati dalla Compagnia di Alcamo, siano orientati verso l’ipotesi dell’attentato incendiario. L’abitazione è intestata ad Ignazio Blunda, 50 anni di Castellammare del Golfo, con precedenti alle spalle. Ufficialmente lui risulta impiegato in un’azienda ma pare abbia interessi con alcune delle imprese intestate al fratello Giuseppe, proprietario a Castellammare del Golfo di diversi bar, locali e imprese. Ed è stato proprio quest’ultimo nome ad essere citato tra le vittime del racket delle estorsioni nell’ambito dell’ultima indagine antimafia del giugno 2012. All’epoca a finire in manette nomi di spicco della mafia locale e tra questi Antonino Bosco e Diego Rugeri. Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta della direzione distrettuale antimafia si era creato in paese, con ramificazione ad Alcamo ed in altri centri della provincia trapanese, un sodalizio finito dietro alle sbarre con le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, incendio aggravato, violazione di domicilio e violazione della sorveglianza speciale. L’incendio nella casa vacanza è stato notato quasi per caso dai carabinieri: infatti durante una perlustrazione del territorio una pattuglia che transitava nei pressi della spiaggia Plaja ha notato da lontano un bagliore sospetto. Immediatamente è stato lanciato l’allarme anche ai pompieri del distaccamento alcamese che si sono catapultati in zona ed hanno salvato il salvabile. Ad essere danneggiata la tettoia in legno della veranda e alcuni infissi, oltre che in parte anche il prospetto della stessa abitazione. Indagine quindi molto delicata da parte dei carabinieri che adesso sono chiamati a dare una chiave di lettura a quanto accaduto. Pare che almeno in queste prime battute non si escluda alcuna pista anche se i carabinieri mantengono alta l’attenzione soprattutto sul versante del possibile ritorno prepotente in paese del racket delle estorsioni, considerato che Ignazio Blunda avrebbe interessi in comune con il fratello nelle sue tante attività economico-imprenditoriali. Ma non vengono escluse neanche altre ipotesi, ecco perché gli investigatori stanno anche scavando nella vita privata e lavorativa del cinquantenne.