C/mmare del Golfo: Unioni civili condannate dalla chiesa

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Esplode la bufera a Castellammare del Golfo dopo l’approvazione in consiglio comunale dell’istituzione del registro delle unioni di fatto e convivenze. A metterci il becco la chiesa locale per bocca di don Fabiano Castiglione, parroco della chiesa Madre, che condanna fermamente il voto nell’aula consiliare. La mozione è stata approvata in maniera trasversale a maggioranza ed ha fatto registrare la reazione del mondo religioso castellammarese. Don Fabiano, attraverso un post su facebook, ha condannato con forza la decisione dei consiglieri comunali additati come dei “non praticanti”. Il sacerdote non risparmia accuse al vetriolo, parlando di “morale fai da te”: “A questi soggetti cosiddetti praticanti – scrive don Fabiano – in questo tempo di quaresima è richiesta una pena medicinale e la conversione alla retta comprensione della parole di Dio che si esprime nella chiesa a cui loro dicono di appartenere”. Parole forti quelle del sacerdote e tremendamente pesanti: le pene medicinali sono contemplate dal diritto Canonico e sono le più gravi: hanno lo scopo di favorire l’emenda del reo e di farlo recedere dalla sua condotta illecita. In generale tutte le pene canoniche hanno lo scopo di “restaurare la giustizia, ricomporre l’ordine pubblico leso, riparare lo scandalo e promuovere il pentimento e l’emenda del reo”. Una presa di posizione che è destinata a far discutere a Castellammare anche all’interno della chiesa stessa dal momento che recentemente proprio papa Francesco ha invece per così dire “aperto” il confronto con i fedeli sul tema della coppie di fatto sostenendo che “a livello educativo le unioni gay oggi pongono sfide nuove che a volte sono persino difficili da comprendere”. A livello concreto ora dovrà essere l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Nicola Coppola a prendere in mano la patata bollente dopo l’approvazione della mozione. Al governo cittadino spetta infatti di emanare il provvedimento di adozione del registro che potrebbe permettere la partecipazione delle stesse unioni civili, con pari opportunità, al godimento di alcuni servizi comunali in attesa di una regolamentazione a più alti livelli sullo stesso tema per quanto riguarda altri diritti stabiliti da normative nazionali. In tal senso il gruppo consiliare “Castellammare sì”, tra i favorevoli alla mozione, esprime soddisfazione e si rammarica del fatto che non vi sia stata ampia convergenza in aula. I consiglieri contrari hanno sostenuto che tale provvedimento sia “mortificante e senza significato perché allo stato attuale non vi sono normative specifiche e chiare in materia”.

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