C/mmare del Golfo: ipotesi gassificatore, sindaco stoppano

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Un gassificatore per il Golfo di Castellammare ma i sindaci mostrano scetticismo e nessuno firma il protocollo d’intesa con l’Srr Trapani Nord, la società che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dell’immondizia da Alcamo sino alle zone del marsalese. Fumata nera all’incontro programmato ieri al Castello Arabo-Normanno di Castellammare del Golfo dove si sono riuniti attorno ad un tavolo numerosi sindaci del trapanese e del palermitano che fanno riferimento al Golfo: c’erano Catalafimi, Buseto Palizzolo, Alcamo, Castellammare del Golfo, Cinisi, Carini, Terrasini ed altri tecnici e amministratori. Ad essere stata proposta l’idea di impiantare all’estrema periferia di Calatafimi un rigassificatore. Ovviamente l’idea di base resta sempre quella e cioè di ridurre ai minimi termini il volume dei rifiuti da portare in discarica. Un gassificatore è un impiantoche a partire da vari materiali, fra cui determinati tipi di rifiuti, ricava combustibili gassosi impiegabili per la produzione di energia. Vengono spesso proposti come alternativa agli inceneritori. Il sindaco di Alcamo, Sebastiano Bonventre, è stato il primo tra tutti ad esternare qualche perplessità: “Questi dati tecnici sull’impatto ambientale di un impianto del genere – ha sottolineato – devono essere verificati da noi sindaci. E’ ovvio che un’azienda che produce impianti del genere non può che parlarne bene ma serve un approfondimento serio e su due piedi non si può firmare un protocollo d’intesa”. Ad illustrare il progetto l’azienda che realizza questi impianti e Carmelo Carrara, che ha curato gli aspetti tecnico-legali del protocollo d’intesa i quali hanno garantito sull’assoluto impatto quasi zero sull’ambiente.

I gassificatori sfruttano la dissociazione molecolare, definita pirolisi, usata per convertire direttamente i materiali organici in gas, appunto, mediante riscaldamento in presenza di ridotte quantità di ossigeno: questo materiali organici sono completamente distrutti attraverso la scissione delle molecole in monossido di carbonioidrogeno e metano, che formano un “gas di sintesi”. Ovviamente parte di questo rifiuto produce all’interno dell’impianto idrocarburi aromatici di tipo catramoso, quindi pericolosi, come anidride carbonica e nanoparticolato. E’ stato garantito a sindaci e tecnici del Comuni però che si tratta di un bassissimo impatto, tanto che è stato sottolineato come paesi tecnologicamente e culturalmente avanzati come Svezia, Francia e Giappione, hanno adottato questo sistema. Ad essere presente anche la componente della IV commissione all’Ars all’Ambiente, Valentina Palmeri, che in quanto esponente del Movimento 5 Stelle esterna con chiarezza il suo “no” a progetti simili: