C/mare del Golfo, Coppola a “L’Espresso”: “Eco si sbaglia”

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La bustina di Minerva, rubrica curata da Umberto Eco, pubblicata sull’ultima pagina de “l’Espresso” dal lontano 1985, questa volta ha fatto indignare i castellammaresi. Il noto scrittore, nel numero dell’17 luglio scorso, si è infatti occupato anche della cittadina del Golfo per cause quantomeno poco lusinghiere. E soprattutto pare che abbia preso un “granchio”. Eco, partendo da una pubblicazione di “Pagine Ebraiche” in cui compare un “elenco commentato di illustri fascisti , razzisti e antisemiti, cui sono dedicate strade in alcuni paesi”, cita proprio Castellammare tra le città che hanno reso onore al “Manifesto della razza”. “Il fatto che più colpisce- scrive Eco – è che a Castellammare del Golfo è stata intitolata una via a Telesio Interlandi (tra l’altro, neppure nato da quelle parti). Telesio Interlandi- aggiunge – non era uno scienziato altrimenti rispettabile (…) ma uno sporco mascalzone che ha dedicato la vita intera e seminare odio razzista e antisemita con la rivista “La Difesa della Razza””.
Accuse che devono aver fatto sobbalzare il primo cittadino Nicola Coppola, che non ha esitato a scrivere direttamente al direttore de “L’Espresso” per “fare alcune precisazioni per amore di verità”, chiedendo di voler chiarire la vicenda.
“Non esiste, nella mia città, alcuna via intitolata a Telesio Interlandi, noto per le sue teorie sul razzismo e per il suo antisemitismo”- dichiara con fermezza Coppola, e aggiunge che “Esiste, in realtà, una via Interlandi dai primi anni del ‘900, intitolata probabilmente al principe Pompeo Interlandi di Caltagirone, morto nel 1866” – e che dunque – “Qualcuno, evidentemente, si è divertito a mettere in giro una “bufala” che è stata presa in considerazione da giornalisti e grandi intellettuali come Umberto Eco”. Il sindaco, ad ulteriore riprova di quanto affermato ricorda che “Telesio Interlandi è morto nel 1965, mentre la via Interlandi esiste a Castellammare dai primi anni del ‘900. È risaputo che non si possono intitolare strade a persone che sono ancora in vita”. “Con tutto il rispetto – dice, infine – sarebbe bene, prima di pubblicare certe notizie fare le dovute verifiche e ricerche. Non si danno notizie che gettano ombre su un’intera città, solo per sentito dire”.

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