Castellammare del Golfo-“Cemento del Golfo”, Comune si costituisce parte civile

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Il Comune di Castellammare del Golfo si costituisce parte civile nell’ambito del procedimento scaturito a carico di 6 persone, tutte arrestate nel marzo scorso al culmine dell’operazione antimafia “Cemento del golfo”. Un’operazione che mise in evidenza un intreccio tra imprenditoria e la vecchia mafia castellammarese, quella del patriarca Mariano Saracino, che figura tra i 5 arrestati per l’appunto, che appena tornato libero dopo avere scontato vecchie condanne per mafia sarebbe tornato ad imporre legge imponendo l’acquisto di cemento dall’impresa amica dell’alcamese Vincenzo Artale, anche lui finito in manette. Su questo si è imperniata l’accusa e proprio oggi il gup dovrà pronunciarsi sull’eventuale rinvio a giudizio dei 6 indagati. L’accusa per loro è, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione e danneggiamento aggravato, intestazione fittizia, frode nelle pubbliche forniture e furto. La giunta castellammarese ha già affidato l’incarico legale per la costituzione di parte civile nel processo: “Questa amministrazione tutela gli interessi della collettività e tra i suoi obiettivi programmatici e politico-istituzionali pone in primo piano legalità e antimafia – afferma il sindaco Nicolò Coppola-. Il Comune è parte lesa e abbiamo quindi affidato l’incarico legale per la costituzione di parte civile in questo procedimento penale, così come in tutti gli altri che riguardano fatti illeciti ed attività criminali consumate, tentate o ideate nel nostro territorio. Il fine è quello di tutelare gli interessi di tutti i cittadini e dunque del Comune che, scelta da noi sempre condivisa, si è impegnato a costituirsi parte civile in tutti i procedimenti penali riguardanti fatti illeciti ed attività criminali della mafia, di usura e del racket al fine di ottenere il risarcimento dei danni subiti per i presunti reati”. Anche il sindaco, seppur marginalmente, fu tirato in ballo in questa vicenda e politicamente scoppiò il putiferio al Comune. Infatti gli inquirenti hanno intercettato alcuni degli arrestati e dalle conversazioni, che sono state stralciate, emergerebbero delle pressioni fatte ad alcuni uffici del Comune per velocizzare le pratiche per la realizzazione di un impianto di carburanti, la Sp di contrada Bocca della Carruba, che fu oggetto di sequestro. Si fa riferimento, secondo indiscrezioni trapelate, a presunte resistenze da parte di qualche funzionario e a un fantomatico intervento del sindaco Nicola Coppola che però venne dallo stesso smentito categoricamente. Nonostante ciò all’epoca si ventilò addirittura l’ipotesi di dimissioni in massa dei consiglieri di opposizione, che in quel periodo erano in 11 quindi in maggioranza: poi saltò tutto per il ripensamento di uno di loro se si sventò la possibilità di un commissariamento dell’assise. Bufera che oggi sembra alle spalle tanto che il primo cittadino rilancia ancora sulla vicenda della costituzione di parte civile del Comune: “Non è secondario il danno morale e di immagine per la nostra Castellammare – aggiunge Coppola – che, agli onori della cronaca per queste vicende criminali, è praticamente incalcolabile”.