Alcamo Un regolamento le forniture dell’acqua dei pozzi

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Pouring water into glass on blue background

Si apre uno spiraglio per   la riapertura “di quei pozzi che risulteranno accessibili e idonei ai controlli, ricordando a tutti i cittadini – dicono gli amministratori comunali –  che l’acqua potabile sarà disponibile solo presso il serbatoio comunale (Bottino)”. L’acqua dei pozzi privati, trasportata con le autobotti private, come è noto da tempo,  può essere impiegata solo per usi domestici. Lo spiraglio si è aperto ieri a conclusione di una maratona della giunta municipale di Alcamo durante la quale “è stato tracciato il primo percorso per una gestione regolamentata e trasparente dell’approvvigionamento idrico, problema riemerso ultimamente” e che “ nessuno – secondo l’amministrazione comunale – ha mai cercato di risolvere seriamente”. A conclusione della riunione è stato raggiunto con l’Ufficio tecnico di Alcamo e con il Genio Civile di Trapani, un’intesa comune nell’ottica di tutelare il diritto fondamentale dell’uomo ad avere l’acqua nelle proprie abitazioni, con l’impegno immediato di regolamentare la gestione dei pozzi, nella massima trasparenza e attraverso un regolamento che dovrà essere predisposto, discusso ed approvato in consiglio comunale”. Giusta e condivisibile la decisione di predisporre un regolamento comunale ma bisogna trovare subito, sia essa il riutilizzo di qualche pozzo o altro, la possibilità di potersi rifornire per i cittadini poiché i tempi della politica, in questo caso (regolamento ndr), non possono conciliarsi con la necessità di avere acqua ogni giorno. Per attuare un regolamento comunale, intanto prima occorre eleggere la commissione consiliare, poi predisporre gli articoli e infine approdare in Consiglio per la definitiva approvazione. E spesso passano dei mesi. L’acqua serve, invece, tutti i santi giorni e purtroppo per averla da decenni molti alcamesi sono costretti a comprarla. E’ stato deciso inoltre  che “con  l’ausilio della polizia municipale partiranno già da oggi controlli per l’accesso ai pozzi, previo opportune analisi della qualità delle acque, che sia garantito a tutti”. “Perché nessuno – afferma il sindaco Domenico Surdi – può considerarsi padrone di un bene pubblico primario come l’acqua”. La riapertura riguarda quei pozzi che risulteranno accessibili e idonei ai controlli”.  La chiusura di quattro pozzi privati in funzione dal 2002 sta creando notevoli problemi a centinaia di alcamesi, costretti a comprare l’acqua per riempire serbatoi e cisterne. Il Comune prima dello stop alle richieste di reiterare le  autorizzazioni per l’uso dei pozzi avrebbe dovuto adottare alternative, insufficiente si è dimostrata quella del Bottino, per garantire l’acqua, bene primario. Ora si sta cercando una soluzione che deve essere veloce e tempestiva, a prescindere dal prelievo o  meno dai pozzi privati oggi purtroppo supporto quasi indispensabile, poiché l’acqua è una necessità della quale non si può fare a meno. L’acqua ad Alcamo viene distribuita da oltre due anni per alcune ore ogni tre giorni. L’acqua grazie al contratto stipulato dall’ex amministrazione comunale con Siciliacque viene acquistata al salatissimo prezzo di 0,69 centesimi più Iva al metro cubo. Prezzo, deciso dalla Regione che è è stato ritenuto eccessivo anche dall’Assemblea regionale siciliana, che durante un dibattito in Aula di alcuni mesi fa, da alcuni deputati venne proposto di operare una riduzione. La stessa Assemblea si rese, però, subito conto che questa strada era difficilmente percorribile poiché in caso di interruzione anticipata del contratto la Regione avrebbe dovuto pagare una penale di diverse decine di milioni di euro a Siciliacque, che detiene il 70 per cento del pacchetto azionario. Trenta invece la Regione. Il contratto con Siciliacque scadrà nel 2044 e quindi all’orizzonte non si intravvede alcuna possibilità di scendere il prezzo a metro cubo, che chiaramente viene pagato dai cittadini.