Alcamo-Tassa rifiuti per artigiani, altra sospensiva: trema il Comune

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ALCAMO – Diventa sempre più spinosa ad Alcamo la querelle tra il Comune e le categorie produttive e commerciali per il calcolo della tassa sui rifiuti. Il municipio ha perso l’ennesimo ricorso di fronte la commissione tributaria provinciale e a questo punto pare proprio che l’orientamento dei giudici sia oramai quello di non avallare la linea degli uffici comunali. L’ultimo ricorso è quello presentato da un artigiano, per l’esattezza un meccanico, che si era opposto rispetto ai termini di calcolo della superficie della sua officina. In pratica, come gli altri imprenditori, commercianti e artigiani che hanno presentato ricorso, ha fatto presente che sarebbe stata calcolata l’intera quadratura della sua attività, comprese le aree dove invece non si produrrebbero rifiuti speciali e che quindi andavano escluse. La commissione tributaria trapanese ha dato la sospensiva, motivo per cui in attesa di entrare nel merito del giudizio l’artigiano si è visto sospendere la cartella di pagamento della Tari inviata dal Comune relativa all’anno 2015. Una vicenda che già era stata sollevata in consiglio comunale da Alessandro Calvaruso più volte: “Da un anno – sottolinea – chiedo al Comune ripetutamente di rivedere i metodi di applicazione della Tari per tutte quelle attività che smaltiscono i rifiuti speciali con l’ausilio di ditte specializzate. Nonostante tutti gli incontri e interlocuzioni con gli uffici competenti, nulla è cambiato. Anzi una cosa sì: gli uffici hanno iniziato a richiedere documentazione già in possesso dello stesso Comune di Alcamo per i controlli”. Già in proposito ci sarebbero pareri ministeriali e di importanti luminari del settore tributaristico che darebbero in buona sostanza ragione alle categorie produttive e commerciali le quali non dovrebbero vedersi tassare l’intera superficie operativa se parte di questa è dimostrato che non è adibita ad operazioni del ciclo lavorativo dove quindi non si produce alcun rifiuto speciale. Il consigliere Calvaruso è tornato alla carica ed ha presentato in proposito una nuova interrogazione nella quale chiede che il Comune indichi gli uffici ed i responsabili dell’errato calcolo del tributo contro i quali gli artigiani potranno rivalersi per ingiusta tassazione. Da considerare che non è la prima volta che il municipio soccombe di fronte a questi contenziosi. Già nel 2014 il Comune perse diverse cause perché in particolare tassò anche le superfici scoperte per le attività di vendita delle automobili. In quell’occasione fu sottolineato dai giudici che tali superfici operative non andavano tassate in quanto funzionali alla sola attività di vendita.