Alcamo-Seconde case, sarà “elusione fiscale” di massa?

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ALCAMO. Via il limite di reddito minimo per dare in comodato d’uso un’abitazione al proprio familiare. Il consiglio comunale di Alcamo ha votato ieri sera la modifica al regolamento Iuc, che racchiude le imposte dell’Imu, Tasi e Tari, cancellando di fatto il precedente vincolo di reddito minimo. Rischia così di allargarsi una maglia enorme in città che potrebbe portare di fatto ad un’“evasione fiscale legalizzata”. Non sono passati ieri due emendamenti che miravano per l’appunto ad introdurre nuovamente il reddito minimo: uno era stato presentato con tetto minimo di 3 mila euro ed un altro di 5 mila. “Le conseguenza saranno devastanti – sottolinea il capogruppo di Sicilia Democratica, Peppe Stabile -. Ci potrebbe essere l’effetto che ogni possessore di una seconda casa la dia in comodato d’uso ai figli, che magari sono studenti e di fatto quindi non sarebbero effettivi possessori dell’immobile. In questo modo in città nessuno, o quasi, potrebbe pagare le imposte sulla seconda casa con conseguenze sugli introiti di bilancio che potrebbero essere negative”. “Non esiste alcuno studio finanziario fatto a monte – aggiunge il consigliere Alessandro Calvaruso – da parte del Settore. Di fatto non sappiamo quanti saranno i minori introiti per le casse comunali che già non godono di buona salute”. In realtà dal Settore Finanziario è stato stimato che i minori introiti si aggirerebbero attorno ai 20 mila euro sulla scorta delle richieste di comodato d’uso inoltrate lo scorso anno al Comune. “E’ un termine di paragone che non regge – ribatte Stabile – perché lo scorso anno vi erano dei limiti minimi di reddito mentre ora sono stati tolti, quindi le istanze saranno certamente molte di più”. E non ci sono soltanto in prospettiva conseguenze economiche sul Comune ma anche politiche. Infatti la mossa del capogruppo di Sicilia Democratica di presentare seduta stante un emendamento firmato con i tre consiglieri di Abc, che per l’appunto mirava ad introdurre un reddito minimo di 3 mila euro per avere un immobile in comodato d’uso, ha fatto registrare la reazione del consigliere Antonio Fundarò il quale si è dichiarato fuori dal gruppo consiliare: “Il provvedimento non è stato concordato con il gruppo” si è giustificato l’ex esponente del Partito Democratico. “E’ stato fatto tutto durante la seduta e non poteva essere certamente preventivato – replica Stabile – come si sarebbero svolti i lavori”. Quindi da oggi ad Alcamo non ci sono più vincoli per chi ha seconde case e vuole eludere il fisco: che abbia inizio il giochetto dei finti comodati d’uso. Basti pensare all’enorme quantità di case ad Alcamo marina, la maggior parte delle quali oggi di fatto seconde case. In prospettiva potrebbe verificarsi che improvvisamente la zona costiera possa popolarsi di residenti in forma stabile per tutto l’anno. Ovviamente il tutto fittiziamente.