Alcamo-Ricorso dei fratelli Nicastri al tribunale della libertà

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Il tribunale della libertà di Palermo esaminerà domani i ricorsi presentati dai fratelli Vito (nella foto) e Roberto Nicastri per l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare, che dieci giorni ha aperto le porte del carcere ai due noti imprenditori alcamesi. I due sono finiti nell’inchiesta della Dda e carabinieri di Trapani che arrestarono complessivamente 12 persone che avrebbero favorito, grazie anche alla donazione di denaro, la latitanza di Matteo Messina Denaro. I fratelli Nicastri sono assistiti dagli avvocati Sebastiano Dara e Giovanni Di Benedetto.  Dell’imprenditore Vito Nicastri, al quale sono stati confiscati beni per un miliardo e 300 milioni di euro ha ha parlato anche il pentito Lorenzo Cimarosa: lo ha accusato di essere tra gli sponsor economici della latitanza dell’ultima primula rossa di Cosa nostra. Cimarosa, nel frattempo deceduto, ha raccontato di una borsa piena di soldi che Nicastri avrebbe fatto avere al capomafia attraverso un altro uomo d’onore, Michele Gucciardi. A consegnare quei soldi a Messina Denaro sarebbe stato Francesco Guttadauro, parente del padrino di Castelvetrano. L’inchiesta è nata dalla vendita all’asta di terreni della famiglia degli esattori  Salvo. Quei terreni vennero comprati all’asta dai fratelli Vito e Roberto Nicastri, che li pagarono 138 mila euro, rivendendoli poi a 750 mila euro alla società Vieffe dell’imprenditore Ciro Ficarotta, presunto mafioso di San Giuseppe Jato. L’affare sarebbe stato realizzato con la supervisione del capomafia di Salemi Michele Gucciardi. Buona parte del ricavato della vendita sarebbe stato consegnato a Matteo Messina Denaro. Il tribunale del riesame esaminerà domani il ricorso con il quale i due fratelli sperano di lasciare il carcere pur rimanendo comunque indagati. Sono difesi dagli avvocati Sebastiano Dara e Giovanni Di Benedetto.