Alcamo: rapine e furti, in carcere il ladro “acrobata”

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Ha finito di fare le sue “acrobazie” tra le grondaie e i tetti delle case. Almeno per i prossimi 4 anni. Paolo Di Dia, 24 anni, è tornato in carcere a seguito della condanna inflittagli dal tribunale di Trapani. E’ finito dietro le sbarre per essere stato individuato come un topo d’appartamento seriale senza scrupoli. Non individuava soltanto le abitazioni in cui non vi erano persone all’interno per entrare in azione ma prendeva di mira anche quelle dove c’erano vecchietti indifesi. Almeno due i colpi messo a segno da questo giovane su cui sono riusciti a far luce i carabinieri che lo hanno ribattezzato per l’appunto “acrobata” per la sua facilità nell’arrampicarsi dalle grondaie e raggiungere i balconi delle abitazioni, forzando quindi porte e finestre. Nell’estate del 2012 venne per la prima volta arrestato dai carabinieri quando fu beccato in flagranza di reato mentre stava forzando la porta al primo piano di un’abitazione di corso dei Mille, dopo essersi fatto con un complice la solita “scalata” attraverso le grondaie. In quel caso i militari dell’Arma riuscirono a mettere le mani su Di Dia che venne arrestato e sottoposto a foto segnaletica e rilevazione delle impronte digitali. Queste ultime rivelarono un fatto sconcertante: lo stesso 24enne aveva rapinato e terrorizzato una donna di 98 anni che abitava sola nel suo appartamento nel 2010. A lui si è risaliti proprio attraverso le impronte digitali che erano state rilevate dai Ris di Messina all’epoca in cui l’anziana fece denuncia a seguito di un sopralluogo dei militari dell’Arma. Le impronte combaciavano per l’appunto a quelle di Di Dia. All’epoca fece scalpore questa rapina in appartamento soprattutto per il cinismo dimostrato dal giovane che anche in quel caso era con un complice su cui ancora non si è riusciti a risalire. Il ragazzo ancora una volta entrò nell’abitazione dal balcone facendo la solita arrampicata e una volta forzata la porta sorprese l’anziana immobilizzandola: venne legata ad una sedia e zittita con del nastro adesivo alla bocca. A quel punto Di Dia e il complice svaligiarono la casa di soldi, gioielli e altri oggetti preziosi. La 98enne, impossibilitata a liberarsi, venne ritrovata solo l’indomani mattina dal figlio che la liberò prima di lanciare l’allarme ai carabinieri. Di Dia è quindi finito sotto processo e per lui si sono riaperte le porte del carcere: è stato infatti condannato a 4 anni di reclusione con l’accusa di “rapina aggravata”. Ieri sera i carabinieri lo hanno prelevato da casa per rinchiuderlo nel carcere di San Giuliano a Trapani.